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di Isabella Rossi Appare del tutto carente se non addirittura inesistente, la motivazione del G.I.P. circa l’esistenza dei gravi indizi e delle esigenze cautelari nei riguardi di Michele Fabiani, operata attraverso un semplice richiamo alla ordinanza del Tribunale del Riesame”, scrivono gli avvocati Trupiano e Parente nella memoria integrativa all’atto di appello presentato al Tribunale Penale di Perugia il 15 febbraio scorso. Tali affermazioni vengono circostanziate da un documento di circa 30 pagine e da diversi allegati. Quali, dunque, i fatti, i gravi indizi che giustificano la custodia cautelare in carcere per Fabiani? Primo fra tutti quello riguardante la lettera inviata alla Presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Secondo l’accusa, ad inviare le due pallottole sarebbe stato proprio Fabiani, considerato la mente del gruppo. Tuttavia, negli atti depositati insieme alla richiesta di scarcerazione, si sarebbe portato all’attenzione del Gip un elemento non precedentemente considerato: “il Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica della Questura di Perugia, che ha svolto le indagini nell’immediatezza dell’apertura del plico, ha individuato nel timbro postale presumibilmente, la data dell’8 agosto 2007” come risulterebbe dal verbale della scientifica del 22 agosto 2007, allegato all’istanza di revoca dagli avvocati. Mentre nella Richiesta di applicazione misura del Pm e nell’Ordinanza di Custodia Cautelare la data indicata per il timbro postale era il 17.8.2007, senza che fosse specificato sulla base di quale indagine sia stata ricavata la data in oggetto. Particolare di fondamentale importanza dato che proprio l’8 agosto Michele Fabiani si trovava in Puglia al mare. Altro grave indizio sarebbe quello riguardante l’intercettazione dove Michele parla con Andrea Di Nucci di assegni. Utilizzando un linguaggio cifrato i ragazzi stavano parlando delle due pallottole e non di soldi, secondo l’accusa. Ma Fabiani e Di Nucci, interrogati separatamente smentiscono, fornendo una versione concordante a conferma dell’esistenza degli assegni in questione. Oltre ciò vengono fornite dalla difesa due testimonianze messe a verbale che confermerebbero la versione fornita dai due ragazzi. “Dovrebbe essere ormai pacifico che in data 15 agosto 2007 il Fabiani ha ricevuto dal Di Nucci assegni e non proiettili in regalo” sostengono i due avvocati Trupiano e Parente, senza ottenere tuttavia la scarcerazione del loro assistito. Condividi