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ROMA – Il lungo elenco dei “Vip” scovati dal Fisco italiano che, grazie ad una comoda residenza all’estero, hanno evaso tributi per milioni di euro, si allunga con un altro nome prestigioso: quello di Ornella Muti, ex sex symbol del cinema italiano degli anni Settanta, il sogno proibito di intere generazioni. Incastrata dalla baby sitter, finisce nei guai col fisco e ora dovrà versare, tra imposte evase e sanzioni, circa 2,3 milioni di euro allo Stato. Gli 007 del fisco hanno scovato la Vip grazie a due distinte indagini: la prima, relativa agli anni di imposta 1995-1998, ha già ricevuto la conferma dei giudici tributari della Commissione provinciale di Roma che hanno respinto il ricorso dell'attrice e riguarda una somma complessiva di circa 1 milione di euro. La seconda, invece riguarderebbe un accertamento dell'Agenzia delle Entrate relativo agli anni 1999-2000 per 1,3 milioni. Per un totale, appunto, di 2,3 milioni comprensivi delle sanzioni. La famosa attrice, al secolo Francesca Romana Rivelli, aveva portato la residenza a Montecarlo per non pagare le tasse in Italia ma, secondo le indagini degli ispettori fiscali, a documentare la sua residenza nel nostro paese sarebbe stata tra l'altro l'assunzione di una babysitter per i suoi figli per cui vivrebbe stabilmente in Italia. Per quanto riguarda la sentenza dei giudici tributari della Commissione provinciale di Roma che hanno respinto il suo ricorso, l'attrice dovrà versare 1 milione. Per i giudici, ha interessi economici e affettivi a Roma, dove risiedono appunto i suoi figli. Gli 007 del fisco avevano scovato la natura “fittizia” del trasferimento di residenza documentando la presenza dell'attrice nell'abitazione romana, la sua partecipazione in trasmissioni televisive italiane nonché in film nazionali, sfilate e convention pubbliche. Ma a far cadere nella trappola la vip sarebbe stata proprio “l'assunzione” di una baby sitter “indice più significativo - scrivono i giudici - della necessità di munirsi di una collaboratrice” e pertanto prova della conservazione del “piu' stabile ed intenso dei suoi legami proprio col territorio italiano”. Anche i voli nazionali e internazionali tra Roma, Parigi, Milano, Stati Uniti, Praga ecc. con ritorno sempre nella capitale avrebbero inchiodato la Muti, così come l'uso di carte di credito in diverse città (Los Angeles, Parigi, New York, San Paolo del Brasile, Fiumicino, Malpensa, Monaco di Baviera, Milano, Francia) ma mai a Montecarlo. Per non parlare dei contributi versati all'Inps per i domestici in servizio presso la residenza romana e della gestione diretta di una nota azienda vinicola in provincia di Alessandria. Condividi