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Ancora incongruenze, indecisioni ed analisi poco chiare: MEDICI LEGALI A seguito della prima autopsia sul corpo di Aldo, il PM apre un'indagine per omicidio volontario. Il medico legale nominato da una parte della famiglia, assiste alla prima autopsia condotta dal dott. Lalli, nominato dal PM; successivamente dichiara ai familiari e a tre avvocati di aver trovato sul corpo di Aldo lesioni al fegato, alla milza, al cervello e due costole rotte, aggiungendo che “Aldo sarebbe morto a causa di colpi dati con l'intento di uccidere, colpi dati con una tecnica scientifica usata presso alcune corporazioni militari che mirano a distruggere gli organi vitali senza lasciare tracce esterne”. Questa versione viene confermata con ritmo e gravità crescente nelle diverse dichiarazioni rilasciate alla stampa. Anche un secondo medico legale di parte (la dott. Reattelli) dichiara: “ho avuto modo di vedere solo l'encefalo ma ritengo che le lesioni siano di natura traumatica” (cfr. La Nazione – Umbria 25/10/07). Nei giorni seguenti vengono ripetuti diversi esami autoptici e, rispetto alle lesioni cerebrali, l'esame macroscopico ha evidenziato la presenza di un consistente ematoma superficiale di origine traumatica legato ad un evento ultimo. Da cosa è stato causato? “L'ipotesi che Aldo possa essere stato ucciso volontariamente è tutt'altro che campata in aria” (cfr. Giornale dell'Umbria 28/10/07). Inoltre, dalle sezioni dell'encefalo, viene trovata alla base di un arteria una vecchia ganga cicatriziale estranea all'evento ultimo traumatico che avrebbe sanguinato più volte nella sua vita senza che Aldo si fosse mai accorto. Ma l'ipotesi dell'aneurisma si fa strada solo dopo che il cervello è stato prelevato per verificare la possibilità che le lesioni traumatiche fossero dovute a microtraumi da scuotimento: e se fosse stato sostituito? É a partire dalla separazione del cervello di Aldo dal suo corpo che i medici legali iniziano a parlare di un possibile aneurisma dichiarando che “Aldo soffriva di una patologia asintomatica o silente”. La fatalità dell'aneurisma contrasta con un taglio di 3, 5 cm sul fegato e del suo distacco causato generalmente da eventi traumatici. Anche per questo però i medici legali trovano una motivazione legata alla “fatalità”, sostenendo l'ipotesi che il fegato sia stato lesionato da un massaggio cardiaco effettuato male dal personale medico del carcere (di esile corporatura). Il cuore è in alto a sinistra, il fegato in basso a destra! Lo stesso Fortuni ha dichiarato che nel corso della sua lunga esperienza (la principale motivazione che ha portato alla sua nomina), in più di trentamila autopsie non lo ha mai riscontrato. Ci sembra assurdo che due casi così improbabili si verifichino simultaneamente nello stesso soggetto. Perchè durante la seconda autopsia uno dei medici legali di parte smentisce che la milza e le costole siano state lesionate, al contrario di quanto da lui stesso affermato nella prima autopsia, senza dare giustificazioni credibili? E' stata mai effettuata una radiografia delle costole di Aldo? E' il caso di riferire che rispetto agli altri segni trovati sul corpo di Aldo, va rilevato che dalle foto eseguite sul cadavere era presente una grossa tumefazione all'orecchio sinistro. Inoltre secondo i periti nella regione sacrale vi era una cicatrice, secondo la famiglia Aldo non aveva nessuna cicatrice al momento dell'arresto. Sono anche questi il frutto di un evento naturale oppure un ulteriore segno di percosse subite? Perchè questo elemento non è stato mai evidenziato nell'ambito dell'indagine? Che l'intento sia quello di insabbiare subito l'accaduto risulta evidente dal fatto che poco dopo la costatazione del decesso di Aldo, la sua compagna viene chiamata da un vice ispettore capo il quale invece di comunicarle la morte del compagno cerca di ottenere una sua dichiarazione per poter sostenere un'ipotesi di morte naturale. I passaggi dell'insabbiamento proseguono ad un livello più generale, con l'apertura di un indagine per semplice omissione di soccorso (con tanto di capro espiatorio, il secondino di turno quella notte) in aggiunta a quella già aperte per omicidio volontario. In seguito il depistaggio prosegue con la smentita dell'esistenza di alcune lesioni sul corpo per arrivare a sostenere che la morte di Aldo sia riconducibile unicamente a cause naturali. L'indagine ci sembra generica, lacunosa e poco credibile, lascia aperti troppi interrogativi. Percepiamo un clima generale orientato a concludere questa vicenda frettolosamente con una generica omissione di soccorso per la quale tutto si può risolvere in sede civile. La conferma viene dal fatto che il 9 Febbraio 2008 il PM Petrazzini decide di chiudere con un'archiviazione l'indagine che ipotizzava l'omicidio volontario contro ignoti. Noi non crediamo alle conclusioni del PM, chiediamo la verità e l'accertamento delle responsabilità. http://veritaperaldo.noblogs.org Condividi