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TORINO - Fra le accuse che verranno mosse ai dirigenti della Thyssenkrupp, indagati per il rogo del 6 dicembre costato la vita a sette operai, vi sarà anche il disinteresse nei confronti della manutenzione degli estintori. E' quanto si è appreso a Palazzo di Giustizia dopo il deposito della consulenza dei vigili del fuoco sui 32 apparecchi presenti nella linea 5, dove si verificò il disastro. In tutti gli estintori sono state rilevate irregolarità. Per la manutenzione, la Thyssenkrupp si era affidata a una ditta lombarda, il cui incaricato torinese non si sarebbe dimostrato all'altezza del compito. I vigili del fuoco, infatti, individuano delle responsabilità anche nei suoi confronti (“non è considerabile come personale esperto”), ma per i magistrati inquirenti sarebbe la multinazionale ad avere delle colpe. E' il datore di lavoro - si legge infatti nel rapporto consegnato in procura - a doversi preoccupare "dell'impiego di personale esperto per il controllo semestrale dei mezzi antincendio". Quanto agli estintori cinque erano vuoti e gli altri sono da considerare, per varie ragioni, "non funzionanti". Tre erano senza spina di sicurezza ed erano pieni solo per il 3%, il 60% e il 70%. Nove avevano la spina di sicurezza, ma quattro di essi erano "scaduti" e avevano una carica media dell'84%, mentre "cinque - dice la consulenza - erano ancora validi" ma "avevano una carica media dell'83,5%", mentre il quinto deve essere escluso dall'elenco perché "era carrellato" (comunque era pieno solo per il 7%). Dodici erano senza spina e senza sigillo di sicurezza, con una carica media del 25,5%. Gli apparecchi di cui si può "ragionevolmente" dire che sono stati usati la notte dell'incendio sono stati tre: trovati pieni solo fino al 20%, erano bruciacchiati e sporchi d'olio. Incrociando i vari dati, i vigili del fuoco hanno concluso che otto estintori sono risultati integri ma non funzionanti, e dodici avevano il controllo semestrale scaduto: violazioni addebitate direttamente aldatore di lavoro e non al manutentore. L'opinione dei magistrati, comunque, è che nemmeno con gli estintori perfettamente a regime si sarebbe potuto evitare il disastro, visto che sarebbero stati necessari altri dispositivi di sicurezza. L'ultimo capitolo affrontato dai vigili del fuoco è stato quello della documentazione che accompagnava gli apparecchi. Tredici etichette su trentadue (il 41%) "non sono leggibili", mentre i cartellini per la revisione erano presenti solo su diciotto estintori, e rivelano che "dodici avevano il controllo semestrale scaduto". Mancanze del manutentore, il quale, molto spesso, non riusciva nemmeno a mettere in modo corretto i sigilli di sicurezza. Condividi