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PERUGIA - La Regione corregge l’Apat, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici che aveva stimato, nel suo “Rapporto rifiuti 2007”, che ogni umbro aveva prodotto 661 chili di rifiuti nel corso del 2006. Il dato esatto, per l’assessorato regionale all’ambiente è di “soli” 602 chili, una misura sempre “importante”, ma comunque più ragionevole. Come si spiega questo errore? Il dato di 661 chilogrammi per abitante, sottolineano dall'assessorato, è stato determinato rapportando la produzione annuale complessiva di rifiuti nel territorio regionale al semplice numero di residenti, mentre in realtà sono “produttori di rifiuti” anche coloro che, pur non avendo la residenza anagrafica in Umbria, vi abitano per gran parte dell'anno essenzialmente per motivi di studio, all'Università degli Studi e all'Università per Stranieri, o occasionalmente per turismo. Un recente studio effettuato dai competenti uffici regionali – spiegano - avvalendosi dei dati sulla popolazione non residente forniti dall'Agenzia Umbria Turismo e dalle due Università, ha permesso di valutare la “popolazione equivalente”, ovvero quella effettivamente produttrice di rifiuti, in un numero di unità sensibilmente superiore a quella anagraficamente residente, portando il dato effettivo sulla produzione pro capite a 602 chilogrammi per abitante. Per quanto riguarda il dato annuale sulla raccolta differenziata, l'assessorato rileva che l'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) dell'Umbria ha effettuato per la prima volta in questa annualità le proprie rilevazioni mediante l'applicativo informatico “Orso”, un sistema di raccolta e trattamento dei dati sulla produzione dei rifiuti via “web” già sperimentato nelle realtà territoriali a più alta efficienza nella gestione dei rifiuti e nella raccolta differenziata. Attraverso i dati raccolti con questo sistema, la percentuale regionale di raccolta differenziata di rifiuti relativa al 2006 è pari al 29 per cento e non del 24,5 per cento come stima sempre il “Rapporto rifiuti 2007” dell'Apat. In questo caso secondo l'assessorato regionale all'ambiente, la difformità con il dato dell'Apat è da ricondursi al fatto che l'Agenzia nazionale effettua il calcolo basandosi sui dati annuali del “Mud” compilato dai Comuni, il modello unico di dichiarazione che i produttori dei rifiuti sono tenuti a comunicare annualmente alla Camera di Commercio e nel quale, in alcuni casi, non vengono considerati i materiali raccolti in modo differenziato nelle isole ecologiche in quanto, talvolta, i gestori provvedono a inserire i relativi dati nel proprio modello, al posto delle amministrazioni comunali territorialmente competenti. Condividi