FOLIGNO – “Non possiamo non esprimere unitariamente, come Segreterie Regionali, la nostra grande preoccupazione per la situazione dell’impianto dell’Omv (Officina manutenzione veicoli) di Terni, impianto che, a pieno regime, occupa circa 35 lavoratori (14 ferrovieri e 21-22 lavoratori di ditte esterne) e che effettua manutenzione dei carri ferroviari e ferrocisterna, esprimendo, in questi ultimi anni, una produzione invidiabile e collocandosi tra i primi stabilimenti italiani per produttività, dopo aver acquisito esperienza anche sulle locomotive diesel da manovra”. Questo allarme viene lanciato dalle segreterie regionali dei sindacati Filt, Fit, Uilt, Ugl, Orsa, Fast, che in una nota così spiegano la situazione:
“Collocata in una struttura di nuova costruzione realizzata non più di 4-5 anni fa, con enormi costi per la collettività, l’officina si posiziona in uno scalo merci tra i primi dieci d’Italia in termini di produttività, assumendo, da subito, una rilevante importanza nel garantire un elevato numero di carri utili al trasporto e alla movimentazione dei prodotti siderurgici e chimici, dimostrando le grandi potenzialità che è in grado di esprimere.
Premesso tutto ciò, ci troviamo oggi a fare i conti con una strategia aziendale che sembra invece mirare esplicitamente alla chiusura dell’Omv Ternana, strategia che sinceramente ci lascia perplessi poiché, se è pur vero che la divisione Cargo di Trenitalia sta attraversando un difficile momento di crisi, non ci appare chiaro perché l’azienda – almeno così sembra - punti su stabilimenti sicuramente più obsoleti e da riqualificare, e non tenga conto di un sito nuovo e produttivo, che, con poco apporto di personale, potrebbe ulteriormente migliorare i livelli di produttività, peraltro già elevati.
Sinceramente non capiamo perché l’azienda sembra pronta a rinunciare a qualità e competenza indebolendo ancora più la presenza ferroviaria nel nostro territorio, privandolo di un sito che, nell’ottica della piattaforma logistica integrata con l’interporto di Orte, assume una valenza fondamentale per lo sviluppo della movimentazione delle merci su rotaia.
Inoltre, va detto che l’officina già oggi ricopre un ruolo importante grazie alla revisione dei carri e delle ferrocisterne che trasportano anche merci pericolose, ruolo che andrebbe potenziato piuttosto che indebolito, al fine di evitare il ricorso a mezzi provenienti da altre regioni, scelta che penalizzerebbe il servizio in termini di disponibilità immediata dei carri stessi.
Infine, se si chiude l’officina verrà a mancare anche il “carro soccorso”, utilizzato per il soccorso dei treni sulla linea ferroviaria, determinando delle ricadute in termini di sicurezza non certo trascurabili, soprattutto in una linea contraddistinta da alcune particolarità strutturali (binario unico, passaggio di merci pericolose etc.) tali da richiedere interventi celeri in caso di guasto.
Per questo come Segreterie Regionali, anche a seguito dell’incontro avuto con gli Assessori Regionali interessati dalla vicenda, chiediamo un interessamento delle istituzioni (a tutti i livelli anche i più alti) e della collettività, e delle risposte certe da parte di un’azienda che, finora, è rimasta colpevolmente silente di fronte alle richieste di chiarimento da noi formalizzate rispetto al futuro (incerto) dell’impianto di Terni e più in generale sul futuro del trasporto su rotaia riguardante la nostra regione”.
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