di Daniele Bovi
Con 17 voti a favore e 12 schede bianche il democratico Fabrizio Bracco è il nuovo presidente del Consiglio regionale dell'Umbria. L'esponente del Pd dovrà guidare la nave del Consiglio per i prossimi 11 mesi, ovvero fino alle prossime regionali. Undici mesi dove non mancheranno le prove da superare per il centrosinistra e il Consiglio tutto. Ce n'è per tutti i gusti, dal piano rifiuti fino a quello della sanità, dalla legge elettorale fino allo statuto. Bracco appena terminata la votazione è salito sullo scranno che fu di Mauro Tippolotti con numerosi foglietti in mano per leggere quello che è stato il suo primo discorso da neopresidente dell'assemblea. Molti i temi caldi trattati nel discorso (a breve Umbrialeft metterà online la versione integrale): “Ci sono – ha detto il neopresidente – degli appuntamenti importanti che ci aspettano: molte sono le difficoltà che avremo di fronte”. I rifiuti, la sanità e tutto il resto non saranno prove da poco. Non sono mancati poi nel lungo discorso passaggi più istituzionali, come l'omaggio ai precedenti presidenti dell'assemblea, Tippolotti compreso: “Uomo che a suo tempo indicai io e a cui va il mio ringraziamento”.
Il cuore del ragionamento di Bracco però sta altrove e riguarda principalmente due punti: come uscire dalla crisi economica e come restituire centralità e autorevolezza “alla più importante assemblea elettiva della regione”. “E' necessario – scolpisce Bracco in uno dei passaggi salienti – un nuovo ruolo per il Consiglio, sull'onda di una crisi economica che sta investendo in maniera pesante anche l'Umbria. Tra la società e l'assemblea si è creata una frattura: essa non è più vista dalla società come l'interlocutrice principe. Bisogna recuperare un ruolo di centralità per il Consiglio”. Questo dunque il cuore del messaggio del professore di Filosofia politica. “Per il resto – conclude – non posso che portare in questo ruolo il mio modo di interpretare la politica e i miei ideali”.
Sul piano più propriamente politico, il centrodestra si è compattato sul no a Bracco mentre sul fronte del centrosinistra ci sono un paio di schede bianche in più. Ovvio che tutti malignino che sul quelle bianche ci sia “la firma” dei vendoliani. Ma sono solo supposizioni. Mentre Bracco parla Tippolotti sfoggia un sorriso che non nasconde il nervosismo e un pizzico di delusione, Lupini è come al solito una sfinge che non tradisce emozioni, il centrodestra ascolta attento, Riommi giochicchia col cellulare, la Lorenzetti è assorta e meditabonda, Rosi legge il giornale, Carpinelli ha un'aria da dopolavoro ferroviario, Vinti guarda Bracco. Alla fine Zaffini e Modena (entrambe del Pdl) si avvicinano al banco dei giornalisti, la curiosità è tutta per quelle schede bianche. Prima ancora che gli fai la domanda, Zaffini, soddisfatto per alcuni passaggi del discorso presidenziale, sentenzia: “Sò stati i vendoliani”. Auguri a Bracco.
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