PERUGIA - Spediva via e mail messaggi minatori ad esponenti politici umbri firmandoli con nomi di persone con le quali aveva avuto dissapori. Per questo un perugino incensurato di 35 anni, al termine di una complessa operazione della Digos della questura di Perugia, coordinata dal pubblico ministero, Manuela Comodi, e' stato denunciato per minacce aggravate e continuate a pubblico ufficiale. I messaggi venivano spediti da cabine telefoniche pubbliche , contenevano anche minacce di morte ed uno dei destinatari era la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti.
I particolari dell'attivita' di indagine sono stati resi noti stamani in una conferenza stampa dal capo della Digos di Perugia, Lorenzo Manso. Tra i destinatari dei messaggi di minacce, inviati a partire dal 15 marzo scorso, oltre alla governatrice dell'Umbria, anche il sindaco di Corciano, Nadia Ginetti, il candidato a sindaco di Perugia del Pd, Wladimiro Boccali, e il comandante della polizia municipale di Corciano, Marco Maccari, che erano stati sottoposti a specifiche misure di protezione.
Quattro, in tutto, le e mail inviate da altrettante cabine telefoniche pubbliche situate nel centro storico di Perugia, a Ferro di cavallo e a Madonna Alta e dotate del meccanismo che permette di inviare messaggi ad indirizzi di posta elettronica. Su tutte, al termine del messaggio, compariva la firma di persone diverse e, in un caso, il numero di un cellulare. Dai primi accertamenti della Digos e' emerso che tutte le persone di cui compariva il nome erano realmente esistenti ma senza alcun tipo di collegamento o conoscenza tra loro.
La polizia e' quindi riuscita a risalire alle cabine telefoniche dalle quali erano state spedite l'e mail e sulle quali sono stati svolti accertamenti anche da parte della polizia scientifica alla ricerca di possibili tracce lasciate dall'autore delle minacce. In alcune sono state posizionate anche delle telecamere. Dalle indagini e' emerso che le e-mail venivano inviate utilizzando carte prepagate di cui l'autore si sbarazzava ad ogni singolo utilizzo.
E' stato scavando nelle vite delle tre persone indicate come i presunti autori delle missive che la Digos di Perugia, al termine di una complessa indagine, e' riuscita a risalire al 35/enne perugino con il quale, in maniera diretta o indiretta, i tre erano venuti in contatto in passato e risultati i veri obiettivi del denunciato. Si tratta, in particolare, di un pregiudicato 50enne di Perugia con il quale, secondo la ricostruzione della polizia, una parente del denunciato aveva avuto una relazione sentimentale 18 anni fa e ritenuto dall'uomo la causa di alcuni problemi avuti in famiglia.
In un altro caso ad essere stato indicato come l'autore del messaggio di minaccia era stato, invece un pensionato, parente di una donna con la quale il denunciato aveva intrattenuto dei rapporti tre anni fa e alla quale, gia' allora, aveva inviato degli sms di minaccia, rintracciati dalla polizia e il cui contenuto e' risultato avere similitudini con quello delle e mail inviate dalle cabine.
Nella minaccia indirizzata alla Presidente Lorenzetti, infine, il presunto autore aveva indicato un numero di cellulare risultato appartenere al titolare di una attivita' di telefonia alla quale, quattro anni fa', il 35/enne aveva fatto richiesta di assunzione poi non andata a buon fine.
Una volta identificato il giovane perugino e' stato pedinato dalla polizia 24 ore su 24 per sei giorni e fermato in una cabina del centro storico di Perugia dalla quale aveva appena inviato l'ennesima e-mail di minaccia, questa volta indirizzata al comandante della polizia municipale di Corciano. Gli agenti lo hanno bloccato mentre era intento a ripulire la tastiera del telefono con un panno, per assicurarsi di non lasciare le sue tracce sull'apparecchio.
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