PERUGIA - Giovedì 2 aprile, alle 21, Umbria in danza porta in scena al Teatro Comunale di Todi il capolavoro di Fabrizio Monteverde Giulietta e Romeo su musica di Sergej Prokof’ev, con i bravissimi danzatori del Balletto di Roma.
Un’originale versione del dramma shakespeariano ambientata nell'Italia del secondo dopoguerra, disperatamente assetata di passioni ritempranti dagli orrori del passato, lei, Giulietta, diventa il simbolo di un irresistibile desiderio di sfuggire alle regole di quel mondo e dagli obblighi imposti da una condizione femminile che è ambigua nella sua imposta sudditanza, anche se proprio di questa irrefrenabile voglia di emancipazione sarà vittima. Romeo, invece, è un giovane timido, introverso, solitario, totalmente aperto al desiderio e alla curiosità dell'amore, vittima consapevole della volitiva irruenza della sua leggendaria compagna.
Così lontani eppure così vicini agli archetipi shakespeariani, cristallizzati soprattutto dalla tradizione ballettistica della partitura di Prokofiev, i due amanti immaginati dal coreografo-metteur en scene Fabrizio Monteverde per la sua prima produzione 'a serata', creata nel 1989 per l'allora giovane Balletto di Toscana, dovevano segnare un momento importante per il teatro di danza italiano. Per la prima volta con questa produzione si veniva infatti ad affermare - nell'ardua sfida della composizione di un balletto completo - una scrittura d'autore di danza originale, non soggiogata dai temibili riferimenti 'storici', ma autonoma e sicura nel mettere a fuoco dal plot shakespeariano, scavando con ispirazione 'rabbiosa' nei sentimenti e nei caratteri dei personaggi gli aspetti più consoni all'umore e all'immaginario del coreografo romano, fortemente influenzato da echi cinematografici (da qui il riferimento nell'ambientazione e nei costumi, al cinema neorealista di Rossellini e Visconti), ma anche da riferimenti letterari (così che la Governante di Giulietta ha inquietudini e fremiti che ricordano l'omonima creatura di Brancati), o da citazioni di usanze e costumi nostrani (così che il Ballo diventa una 'vasca' da struscio cittadino, con le donne in piena 'esposizione' delle proprie 'mercanzie' e Giulietta morta indossa il virginale abito da sposa dei funerali meridionali) a tal punto da innalzare a figure importanti – e portanti - del dramma due personaggi sinteticamente trattati da Shakespeare, ma che nella nostra cultura sono fondamentali: le madri dei due protagonisti.
Le quali, in un'autonomia di riscrittura drammaturgica rivendicata appunto da Monteverde, assumono nel balletto una dimensione tragica assoluta e diventano i veri motori immobili della vicenda con la loro presenza ossessiva e opprimente, con i loro odi tessuti in silenzio, una nella sua superficialità di donna-oggetto sottomessa e sciocca, l'altra, inchiodata istericamente ad una sedia a rotelle (alla quale stanno sempre attaccati i figli), beghina, soffocante, terribile dea ex machina della vicenda, con la fatale istigazione alla vendetta per la morte di Mercuzio. Si tratta di personificazioni forti, che si traducono in una coreografia nervosa, scattante, senza fronzoli, ma nella quale le forze espressive della formazione modern del coreografo si fondono in un legato continuo agli spunti e alle linee della danza neoaccademica.
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria
www.teatrostabile.umbria.it.
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