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di Eugenio Pierucci Abituati come siamo a rispettare tutte le opinioni e a garantire a tutte le opinioni la possibilità di manifestarsi, tuttavia non possiamo accettare le mistificazioni, da qualsiasi parte provengano. Rispettiamo, quindi, la contrarietà espressa da Italia Nostra di Perugia, come pure da numerose altre associazioni ambientaliste, contro il minimetro, pur dichiarandosi a favore della mobilità alternativa, ma ci corre l’obbliogo di correggere decisamente il presidente Urbano Barelli quando afferma che a suo tempo la sua associazione fu favorevole alle scale mobili, come lo è oggi per il potenziamento della Fcu e per la trasformazione della rete ferroviaria locale in metropolitana di superfice. Sulla Fcu non ci pronunciamo, ma sulle scale mobili conserviamo un nitido ricordo dell’accanita battaglia per bloccare quell’opera condotta dall’allora presidente di Italia Nostra, prof. Scarpellini. Del resto, per averne conferma, sarebbe sufficiente una ricerca d'archivio sui giornali dell'epoca. Ma ricordiamo personalmente le oltre 10.000 firme che quell'illustre professore aveva raccolto, soprattutto nelle scuole di Perugia, e che depositò trionfalmente in municipio (e forse ancora custodite in qualche angolo dell’archivio comunale, tanto per la storia), convinto di aver seppellito con la sua iniziativa un progetto di mobilità alternativa che è stato, invece, vanto del capoluogo umbro. In sostanza, se la tesi di Italia Nostra dell’epoca fosse prevalsa, se gli allora amministratori comunali si fossero fatti intimidire da quelle proteste, oggi non avremo, non il minimetrò, sul quale i pareri possono essere benissimo discordi, ma le scale mobili sull’utilità delle quali crediamo che il tempo abbia fatto ampiamente giustizia. Questo ci premeva dire per amore della verità. Condividi