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PERUGIA - Nel 2007 il prelievo selettivo del cinghiale ha avuto un marcato aumento di capi abbattuti rispetto al 2006, passando da 1.007 capi nel 2006 a 1.850 nel 2007; a questi vanno poi aggiunti i capi prelevati dalle squadre durante il periodo di caccia previsto dal calendario venatorio, la cui elaborazione è in fase di ultimazione da parte degli Atc. E’ dunque significativo l’impegno messo in campo dalla Provincia di Perugia e dagli ATC sul fronte del contenimento della popolazione della specie, come fa notare l’assessore provinciale alla programmazione faunistica Massimo Buconi. Impegno che però deve proseguire, visti i danni all’agricoltura da essa provocati. “I prelievi autorizzati dopo il 31 dicembre – spiegano dunque dagli uffici competenti - fanno parte del Piano di contenimento selettivo; sono appositamente autorizzati e non vanno confusi con le battute di caccia previste dal Calendario venatorio. Tali operazioni sono previste sulla base di programmi di intervento nelle aree di maggior danno, oltre che tenendo conto delle segnalazioni dei danni fatte dai singoli agricoltori. Una volta effettuati i prelievi con esito positivo, è probabile che vengano interrotti in quanto l’obiettivo del piano della Provincia è quello di contenere e gestire le popolazioni selvatiche e ricondurle entro limiti di compatibilità senza eradicare la specie”. Secondo quanto riferiscono dal Servizio programmazione e gestione faunistica dell’Ente, le aree che in questo momento presentano maggiore criticità sono le seguenti: la zona del Trasimeno nei territorio limitrofi al lago; la zona di Ascagnano al confine tra Umbertide e Perugia; Città di Castello e Pietralunga nelle zone limitrofe al Demanio Regionale; la Valnerina dove l’attività venatoria è stata ridotta in alcune zone a causa della neve nel periodo di caccia; Lisciano Niccone; Casacastalda di Valfabbrica. Il prelievo che in questo periodo verrà indirizzato prevalentemente ad esemplari giovani interesserà tutta la provincia di Perugia nelle zone dove vengono segnalati danni, dando la priorità alle zone sopra elencate. L’Amministrazione provinciale, con la collaborazione degli ATC e dei cacciatori, ha messo in atto anche interventi dissuasivi con alimenti di sostegno e recinzioni elettrificate a protezione delle coltivazioni più esposte. Altri interventi sperimentali di installazione di barriere fisiche sono in allestimento per verificare il livello di protezione che riescono a garantire almeno alle coltivazioni più pregiate. Condividi