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BRUXELLES – Il premier italiano Silvio Berlusconi, sempre indaffarato a stendere veli di ottimismo sulla crisi che ha investito anche il nostro Paese, avrà avuto un sobbalzo sulla sua poltrona a Palazzo Chigi nel sentire il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker che, intervenendo al Parlamento europeo, ha affermato addirittura che "la crisi dell'occupazione è drammatica", e in prospettiva ci potrebbero essere anche rischi di "rottura della coesione sociale". E sarà sobbalzato di nuovo, nell’apprendere che sulla gravità della situazione e sul tema del lavoro, si è pronunciato anche il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, sostenendo la necessità di mettere a punto misure speciali, per affrontare il problema. Ma come, deve aver pensato il Cavaliere, io mi do tanto da fare per negare questi aspetti così drammatici e invitare tutti ad essere più fiduciosi, e questo due “amici” mi pugnalano alle spalle dando ragione ai comunisti che vorrebbero facessi di più! Adesso ci penso io a rimettere a posto le cose, mi farò sentire. I due sono dunque avvertiti, come minimo li attende una energica lavata di capo se non un’altrettanto energica tirata d’orecchie, come si fa con i più asini della classe quando non sanno ripetere la lezione impartita loro dal maestro. Juncker in particolare che ha avuto il cattivo gusto di sostenere che "Le propettive dell'economia sono eccezionalmente cattive - e la crisi del lavoro è a questo punto drammatica, la disoccupazione è all'8,2% pari a 13 milioni di uomini e donne disoccupati". Una crisi, ha aggiunto, che "avrà conseguenze estremamente negative anche sul fronte delle finanze pubbliche ed effetti negativi sulla crescita potenziale dell'economia della zona euro che inevitabilmente diminuirà". Ma "il rischio che un Paese lasci l'area dell'euro non si pone. E anche quello dell'insolvenza di un Paese della zona euro non è un rischio". Nessun paese insomma ha bisogno di salvataggi. Un po’ più cauto Barroso, secondo il quale – come ha sostenuto nel corso di una conferenza stampa in preparazione del G20 - l'economia europea potrebbe dare segnali di ripresa forse già nel 2010, ma – e qui proprio non ci siamo - per la disoccupazione in Europa rischia di essere troppo tardi per cui "Servono misure speciali pensate con spirito creativo", per evitare che nell'Unione europea il numero di persone senza lavoro aumenti a dismisura. E come se non bastasse quel menagramo di Juncker si è messo a disdettare anche di inflazione, una cosa da non crederci, visto che almeno per questo aspetto pareva che la cose andassero bene. E invece non è così, perché per il presidente dell’Eurogruppo "Esiste il forte rischio che al termine della crisi ci si possa ritrovare con un’inflazione galoppante, come ha dimostrato la storia". Ma allora questi due ce l’hanno proprio con me! E’ sbottato a questo punto il Cavaliere. Condividi