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BRUXELLES - Calo record nel mese di marzo 2009 per gli indici della Commissione Ue (Esi e Bci) che misurano la fiducia e il clima degli imprenditoriale europei, precipitati al livello più basso dal gennaio 1985. Lo ha reso noto la Commissione Ue in una nota. OCSE: NEL 2009 PIL -4,3% I Paesi dell'area Ocse potrebbero perdere nel 2009 il 4,3% del pil. Lo ha annunciato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, intervenendo al G8 del lavoro in corso a Roma. Il dato sarà pubblicato sull'outlook di domani. Gurria ha sottolineato che l'economia nel 2010 sarà "prevalentemente piatta" e che le previsioni sono "un po' più pessimistiche di quelle di qualche settimana fa". A proposito dell'occupazione, Gurria ha ribadito i dati diffusi ieri secondo i quali nell'area Ocse la disoccupazione dovrebbe avvicinarsi al 10% nel 2010 per la maggior parte dei Paesi "praticamente senza eccezioni". "Questo significa - ha concluso - circa 25 milioni di disoccupati in più solo nell'area". Le conseguenze della crisi sono del resto gia' evidenti nelle stime degli istituti internazionali. Secondo l'Ilo il numero di disoccupati potrebbe aumentare di 50 milioni di persone nel 2009, dopo gli 11 milioni in piu' registrati nel 2008, e la recessione del mercato del lavoro potrebbe essere ''prolungata'' per 4-5 anni dopo la ripresa economica. E secondo l'Ocse le prospettive non sono rosee: la ripresa arrivera' nel 2010, dopo un ulteriore rallentamento quest'anno, e sara' ''sottotono'', comunque sotto il potenziale dell'area. In piu' il tasso di disoccupazione entro l'anno prossimo si avvicinera' - in tutti i Paesi del G8 e anche in quelli membri dell'organizzazione - a tassi ''a due cifre'', cioe' almeno al 10%. I sindacati mondiali temono inoltre 200 milioni di lavoratori a rischio poverta'. Come gia' di fronte alle previsioni di Confindustria, che ''realisticamente'' secondo il vicepresidente Alberto Bombassei indicavano una perdita di 500.000 posti in Italia in 2 anni, Sacconi invita pero' ad andarci piano con le stime: ''...perche' spesso le stesse organizzazioni che le fanno sono costrette a correggerle. Non aiuta il continuo prodursi di previsioni in sequenza l'una con l'altra''. Siamo, dunque, al solito ritornello intonato da Berlusconi sulla necessità di essere ottimisti, chiudendo gli occhi davanti al dramma di centinaia di migliaia di famiglie che si vedono private del reddito necessario per vivere, ma di fronte ai ''deficit della politica'' sulle tutele sociali (in Italia sui 15 miliardi promessi dal governo a sostegno della ripresa, 12 andranno direttamente alle imprese), i sindacati mondiali, anche loro seduti al tavolo del summit, invocano un cambiamento di rotta gia' al G20 di Londra e poi al G8 della Maddalena, chiedendo, per bocca del segretario generale della Uil Luigi Angeletti, di parteciparvi con un proprio rappresentante. Condividi