ROMA - "Dal 2010 il tasso di disoccupazione potrebbe essere a doppia cifra in tutti i Paesi del G8 con l'unica eccezione del Giappone, così come nell'area Ocse". Così sta scritto nel documento sulla disoccupazione stilato dall'Ocse che è stato presentato oggi sul tavolo di riunione dei ministri del G8 dedicato al lavoro. Cifre preoccupanti quelle dell'Organizzazione così come l'allerta che ai governi dei Paesi guida del mondo viene dai sindacati mondiali: "Duecento milioni di lavoratori sono a rischio povertà", avvisano i rappresentanti dei lavoratori.
Ma il ministro Sacconi minimizza sostenendo che in Italia e in Europa la perdita lavoro è più lenta rispetto ad Usa e commenta ottimisticamente: "Andrei cauto con le previsioni, chi le fa spesso poi le deve smentire", osservando che nel contesto attuale in cui si sta vivendo sarebbe "importante che le organizzazioni internazionali si muovessero in modo molto cauto nel fare previsioni". Sarebbe inoltre utile se concentrassero la tempistica sulle date di pubblicazione delle loro stime, per evitare un continuo accumularsi di cifre che creano allarmi.
E' la conferma della strategia dell'ottimismo affermata di continuo dal premier Berlusconi che insiste a non prendere atto di quanto sta accadendo e considera sabotatori e seminatori di pessimismo quanti cercano di fargli aprire gli occhi, come i sindacati, ad esempio, dai quali arrivano pure cifre molto preoccupanti. Oltre 200 milioni di lavoratori potrebbero essere spinti in condizioni di povertà estrema, in particolare nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti in cui non esistono ammortizzatori sociali, avverte il sindacato mondiale delle Global Unions, che ha presenta sempre oggi in occasione del G8 del lavoro un documento ai ministri del Welfare globali. Secondo le Unions, il numero dei lavoratori poveri potrebbe raggiungere la cifra di 1,4 miliardi.
Di prospettive pessime parla l'Ilo, delineando un quadro non certo migliore. Secondo l'agenzia Onu che si occupa di lavoro, la crisi economica mondiale rischia di cancellare ben 40 milioni di posti di lavoro in tutto il pianeta entro la fine di quest'anno. E questo mentre già "nel 2008 il numero di disoccupati mondiale è aumentato di 11 milioni, dopo quattro anni consecutivi di calo".
L'ente dell'Onu avverte che l'economia reale è stata "significativamente colpita dalla crisi finanziaria, e le prospettive sono le peggiori dai tempi della Grande Depressione", quella lunga fase di difficoltà che seguì il crack del 1929. Si assiste a un "continuo deterioramento nei mercati del lavoro e nelle condizioni sociali".
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