di
Marco Casavecchia
Temiamo che i tagli annunciati, in Umbria si parla di oltre trecento posti di lavoro, tra personale docente ed A.T.A., i piani di ridimensionamento e gli accorpamenti tra istituti, finiranno per danneggiare ulteriormente la già precaria situazione della Scuola italiana. Mancano le risorse; i fondi di istituto delle varie scuole, dalla Primaria, alla Secondaria di I e II grado, sono sempre più esangui. Niente carta per fotocopie, niente toner, né cartucce per stampanti, di software da acquistare per le già misere aule di informatica, neanche a parlarne, in compenso si finanziano corsi di aggiornamento, per la soddisfazione di Dirigenti ed Ispettori, che ci inondano di nuovo di fiumi di parole, ci deliziano con le “Nuove Indicazioni”, ci stimolano a cimentarci nell’elaborazione di nuove programmazioni, non più per “abilità e conoscenze”, ma per “competenze”. Via le vecchie unità didattiche, via le obsolete unità di apprendimento, via obiettivi e traguardi, e sotto con le “competenze”.
Peccato che tra tante chiacchiere emerge, come al solito, la solita storia: chi deve riempire tutta la serie di contenitori vuoti che il Ministero invia a noi docenti, ultima ruota del carro, di una Scuola in cui tutti sembrano sapere cosa si deve fare, ma nessuno ti dice come fare? I soliti noti, i quali, ogni tanto, ad ogni nuovo Governo che si insedia, devono reinventarsi tutto, ogni qualvolta in cui, a qualche testa illuminata, viene in mente l’idea che il Teorema di Pitagora o la battaglia di Waterloo, o Il sabato del villaggio, si insegni meglio se è inserito in una programmazione reinventata, magari per “competenze” piuttosto che per “conoscenze e abilità”.
Si spendono risorse per corsi d’aggiornamento che non aggiornano nessuno, se non le tasche di qualcuno, corsi in cui ci si sente dire che bisogna formare i soliti gruppi di lavoro, trappola mortale in cui ti ritrovi a discutere di una cosa che devi fare tu, ma non sai da dove cominciare. E chi deve riempire le scatole vuote? Provate ad indovinare. Intanto le classi saranno sempre più numerose, le risorse sempre minori, il materiale didattico sempre scarso, le scuole sempre meno sicure e cadenti a pezzi, e non è tutto; infatti, a fronte della scelta da parte della maggior parte delle famiglie, del tempo a 30 ore, se non 40, settimanali, il Ministro Gelmini, ribadisce che si passerà senza dubbio al maestro unico, e alle 18 ore di lezione frontale per la Secondaria di I grado, interventi che renderanno assai complicata la realizzazione di un modello di Scuola che offra, oltre alle lezioni curricolari, la possibilità di altre attività integrative o laboratoriali.
Buona fortuna a tutti noi, a chi come me opera nella scuola da una vita e a chi invece ci manderà i figli per la prima volta …
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