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PERUGIA - “Questi i dati – ha continuato l’assessore -: In Umbria nel 2007 il 6,4 per cento delle donne ha subito violenza fisica o sessuale, il 6,9 per cento di tali violenze è stato commesso dal partner mentre il 14,5 per cento dall’ex partner. Secondo l’Istat (dati aggiornati al 2006) sempre in Umbria il 28,6 per cento delle donne di età compresa tra i 16 e 70 anni ha subito nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale. Tra il 2003 e il 2008 il servizio Telefono Donna del Centro Pari Opportunità della Regione ha accolto 1544 richieste di sostegno, di cui il 67,8 per cento era legato a violenza e maltrattamento, sempre nello stesso periodo il Centro Pari Opportunità ha tenuto 2861 colloqui di accoglienza per l’uscita dalla violenza. L’analisi dei dati realizzata dal Centro per il periodo 2003-2007 ci dice che l’87,6 per cento delle violenze è avvenuto nell’ambito della famiglia. Ciò sostanzia la scelta compiuta con l’impianto progettuale di intervento integrato e conferma, allo stesso tempo, che lavorare sulla destrutturazione di una cultura sbagliata del maschile e del femminile sia in realtà l’unica strada da percorrere”.  L’assessore Stufara ha spiegato che “le azioni del progetto sono  molteplici, tutte volte a sviluppare e sperimentare strumenti metodologici, formativi e valutativi innovativi per sostenere e attivare una rete di attori territoriali di diverse forme organizzative e professionali così da giungere all’elaborazione di obiettivi, strategie e metodologie di lavoro condivise”. “Per realizzare queste azioni – ha aggiunto – sono previsti anche interventi volti a  sensibilizzare, informare e specializzare i vari attori territoriali. I soggetti saranno coinvolti attraverso giornate di studio e seminari di approfondimento per affrontare le complessità del fenomeno della violenza di genere e la complessità delle azioni di contrasto e di protezione, le buone prassi in Italia e all’estero, i sistemi di protezione esistenti in Europa ed in Italia coinvolgendo esperti e consulenti di varie discipline”. Il sostituto procuratore della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, Antonella Duchini, ha sottolineato che il fenomeno della violenza di genere è estremamente ampio e passa anche attraverso la tratta delle donne e dei minori sfruttati e costretti a prostituirsi.  “Il problema – ha precisato – anche se affrontato in sede giudiziaria, non può mai prescindere da un approccio sociale. Ecco perchè è importante un lavoro incrociato anche con le istituzioni. Non bisogna dimenticare che l’Umbria è territorio  di destinazione finale  della tratta e della prostituzione”. Il sostituto procuratore ha poi spiegato le varie forme di violenza: “Esiste la violenza psicologica – ha detto – quella fisica e quella economica, perchè se una persona è senza lavoro si può creare una forma di sudditanza. Un fattore che accomuna tutte le donne in difficoltà è la paura di essere sole. Ecco perchè è fondamentale una rete di supporto”. Duchini ha anche sollevato il problema della cosiddetta “violenza assistita”, cioè quella che subiscono i minori costretti ad assistere ad abusi tra le mura domestiche. “Una forma devastante – ha precisato – perchè spesso chi vive queste situazione pensa che sia normale”.      Scheda sintetica: Il progetto “Mai più violenze – Mille Azioni e Interventi Per Impedire Ulteriori violenze” è stato presentato dalla Regione Umbria in qualità di capofila, in seguito all’avviso emanato dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio per il finanziamento di progetti finalizzati a rafforzare azioni di prevenzione e contrasto della violenza di genere – ha spiegato la dirigente regionale, Adriana Lombardi – E’ stato giudicato fra i tre migliori presentati a livello nazionale e prevede un finanziamento complessivo di 232mila euro, di cui 150mila (quota massima finanziabile) provenienti dal ministero e la restante parte dalla Regione, dalle Asl, dai Comuni e dalla Provincia di Perugia. Complessivamente conta su 37 partner e punta alla sperimentazione di azioni di sistema su scala regionale finalizzate da un lato alla costruzione e al rafforzamento di una rete di servizi per attivare metodologie condivise di prevenzione, contrasto e intervento,  dall’altro a far emergere, grazie a una campagna di sensibilizzazione, il fenomeno della violenza di genere con particolare riferimento alle sue dinamiche culturali. Condividi