cassintegrati.jpg
Sono quasi raddoppiati in due mesi e mezzo i lavoratori interessati da provvedimenti di cassa integrazione in Umbria. Erano 5.499 a dicembre, sono 10.762 oggi alla fine di marzo. E intanto, dall'inizio del 2009 sono 1.387 i lavoratori collocati in mobilità, la stragrande maggioranza dei quali, senza alcuna indennità, mentre è molto basso il ricorso ai contratti di solidarietà che a marzo interessano appena 198 lavoratori. Il quadro “assolutamente allarmante” lo ha tracciato stamattina la Cgil dell'Umbria in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del segretario generale regionale Manlio Mariotti, di quelli delle due Camere del Lavoro provinciali, Mario Bravi (Perugia) e Lucia Rossi (Terni), di Michele Di Toro, segretario organizzativo Cgil Umbria e di Sandro Piermatti, segretario responsabile delle politiche industriali. “I dati che vi forniamo oggi – ha spiegato proprio Piermatti, aprendo la conferenza stampa – sono frutto delle nostre rilevazioni e quindi probabilmente in parte sottostimati. Non è esagerato pensare che altri 2.000 lavoratori, quelli rimasti senza reddito a causa dei ritardi del Governo sulla cassa integrazione in deroga, possano rientrare nel conteggio. In ogni caso, questi numeri vi parlano di persone in carne ed ossa e danno una chiara idea di quanto la situazione si sia aggravata in questo breve periodo”. Nel dettaglio i dati forniti dalla Cgil parlano di 6.941 lavoratori in cig nel settore metalmeccanico, 629 nelle costruzioni, 841 nel tessile, 260 nel settore cartotecnico, 282 nei trasporti, 869 nell'agroalimentare, 132 nel commercio e servizi e 808 nella chimica/ceramica. “Stiamo entrando dentro al vortice vivo della crisi – ha spiegato Mariotti – quel peggioramento che noi avevamo percepito da tempo e che ora è davanti agli occhi di tutti. Non solo i numeri sono destinati a crescere da qui alla fine dell'anno – ha proseguito il segretario – ma si va delineando una preoccupante incrinatura nel tessuto occupazionale umbro”. Non sono infatti soltanto le fabbriche a preoccupare la Cgil come ha spiegato ancora il segretario Mariotti: “Ci sono la grave situazione della cooperazione sociale determinata dai tagli del governo, dove prevediamo effetti occupazionali devastanti, ci sono gli 800 posti di lavoro persi nella scuola, ci sono ancora l'Accademia di Belle arti, la Croce Rossa, le comunità montane”. C'è poi un altro pezzo della crisi difficilmente quantificabile, quello che riguarda le nuove generazioni e i lavoratori precari. “Noi non sappiamo quanti siano i contratti a termine che non vengono rinnovati in questo periodo – ha avvertito Lucia Rossi, segretaria della Cgil di Terni – ma sappiamo che in questa fase possono esserci aziende non serie che utilizzano la crisi per espellere mano d'opera”. Rossi ha fatto l'esempio delle “dimissioni per giusta causa” a cui molti lavoratori sono stati costretti dopo mesi di mancato pagamento degli stipendi, dimissioni che sono “a tutti gli effetti licenziamenti”, ha spiegato Rossi, “come peraltro riconosciuto dal centro per l'Impiego della Provincia di Terni che ha accettato di equiparare questi lavoratori a quelli licenziati”. Non meno preoccupante è la situazione nel terziario, “polmone dell'occupazione femminile” in provincia di Terni come in quella di Perugia. E poi c'è la “crisi nella crisi”, come l'ha definita Mario Bravi, segretario della Cgil di Perugia. “Parlo della situazione che attraversa la fascia appenninica, le zone di Gualdo Tadino e Nocera – ha detto - dove sono in gioco altri 3mila posti di lavoro e la tenuta di un intero territorio”. Bravi ha parlato di “effetti sociali devastanti”, riferendosi in particolare agli immigrati, “oggi prime vittime della crisi, ma ieri attori fondamentali della ricostruzione post terremoto”. Infine, il segretario regionale Michele Di Toro ha fatto il punto sul grande sforzo organizzativo che la Cgil dell'Umbria ha messo in campo sia per la consultazione referendaria dei lavoratori sull'accordo separato per la riforma del modello contrattuale, sia in preparazione della grande manifestazione nazionale del 4 aprile al Circo Massimo di Roma. “Abbiamo effettuato 963 assemblee nei luoghi di lavoro della regione – ha spiegato Di Toro – raccogliendo la partecipazione di circa 100mila lavoratori e cittadini. Non sappiamo naturalmente ancora i risultati della consultazione, ma abbiamo già raggiunto un grande obiettivo che era quello di consentire ai lavoratori, che vanno ben oltre i nostri iscritti, di esprimersi su un accordo che pesa moltissimo sul loro futuro”. Per quanto riguarda la manifestazione di Roma del 4 aprile, Di Toro ha annunciato che – ad oggi - dall'Umbria dovrebbero partire 86 pullman e 2 treni speciali. “Noi – ha concluso il segretario – riusciamo ancora a manifestare e a favorire la partecipazione dei lavoratori, gli altri dovrebbero riflettere su questo”. Condividi