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PERUGIA - “L'esecutivo Berlusconi si riconferma come il governo dei condoni e delle sanatorie che, nell'unico interesse di alcune potenti lobbies, ripropone formule vecchie e demagogiche per legalizzare abusi e aumenti di cubature, spalancando così la porta ad una nuova colata di cemento che avrebbe effetti devastanti per il territorio e per le stesse potenzialità economiche dell'Umbria e dell'intera penisola. Bene ha fatto quindi la presidente Lorenzetti a scegliere di opporsi allo scellerato piano-casa di Berlusconi, ricorrendo alla Corte Costituzionale”. Con queste parole il capogruppo regionale dei Verdi e civici, Oliviero Dottorini, replica alle dichiarazioni della consigliera regionale del Pdl, Fiammetta Modena, che aveva attaccato la Giunta regionale difendendo il provvedimento del Governo. “Capisco l'esigenza di accarezzare gli interessi più bassi e inconfessabili per raccogliere consensi – aggiunge Dottorini - ma la consigliera Modena e il centrodestra dovrebbero almeno avere il pudore di raccontarla tutta intera la storia del cosiddetto Piano casa del governo. Si tratta infatti di un condono preventivo ai soli fini di fare cassa e viene presentato come una misura per rilanciare l'economia. Altro che riqualificazione urbana. Quel decreto ha il potere per scardinare il sistema ambientale e urbanistico del nostro territorio con conseguenze gravissime e irreversibili sull'equilibrio complessivo delle risorse naturali del paese. Prima di tutto quindi i cittadini avrebbero bisogno di non essere ingannati dal tentativo di camuffare da interventi di riqualificazione ciò che si presenta come l'ennesimo condono preventivo finalizzato alla legalizzazione di abusivismi diffusi". "I dati Istat elaborati dal Cresme, infatti - prosegue Dottorini -, indicano in 9 milioni e mezzo gli edifici potenzialmente interessati dagli interventi previsti dal decreto. Sono essenzialmente quelle villette che hanno una superficie media di 260 metri quadri. Un ampliamento del 20 per cento comporterebbe, sempre secondo il Cresme, una crescita della superficie abitabile di 490 milioni di metri quadrati, stimando prudenzialmente che solo uno ogni dieci proprietari sfrutti l'occasione. Il dato è incredibile e pauroso: è come se due città e mezzo come Roma venissero costruite ex-novo in Italia". "Chiari – secondo Dottorini - gli effetti che una misura del genere avrà su una regione come l'Umbria che già storicamente subisce gli attacchi di speculatori, cavatori e costruttori. Immaginiamo cosa significherà questo provvedimento per una città come Perugia, già devastata da colate di cemento disordinate e progressive”. “Ciò che serve veramente ai cittadini e che gli stessi costruttori richiedono – conclude - è un piano straordinario di manutenzione del patrimonio edilizio e delle infrastrutture, che abbia come elementi centrali la promozione dell'efficienza energetica e la diffusione di fonti rinnovabili, che avrebbe effetti immediati sull'occupazione e consentirebbe la riqualificazione di strade, ferrovie e dell'intero patrimonio edilizio”. Condividi