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PERUGIA – Nell’area urbana di Perugia c’è un “basso livello” di pericolosità sismica locale. È quanto emerge dai primi risultati dell’attività di microzonazione sismica di dettaglio, esaminati nel corso di una riunione che si è svolta nella sede dei Servizi Tecnici Regionali della Regione Umbria. I dati sono stati illustrati dalle strutture tecniche al momento operative: oltre ai Servizi Tecnici Regionali, l’ufficio Ambiente e Protezione civile del Comune di Perugia, l’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale (Dipartimento Centro di Ricerche Sismologiche) di Trieste, il “Cnr-Idpa” (Centro nazionale di ricerca - Istituto per la dinamica dei processi ambientali) di Milano. Le operazioni di studio sono state attivate con le risorse finanziarie comunitarie 2007-2013 del Programma Operativo Regionale - Fondo Europeo Sviluppo Regionale (“Por-Fesr”). I primi dati parziali “fanno emergere – spiegano dagli uffici regionali - un quadro della pericolosità sismica locale in linea con quanto ipotizzato dai tecnici dei Servizi Tecnici Regionali e, precisamente un basso livello di pericolosità sismica locale urbana e dei principali edifici strategici del capoluogo umbro. Sono comunque state evidenziate zone con livelli medi di pericolosità sismica locale coincidenti con le aree dove sono presenti accumuli di decine di metri di riporti anche antichi”. Nelle successive fasi di analisi, “verranno dettagliate nello specifico le aree e le analisi di pericolosità sismica locale – concludono dai Servizi Tecnici Regionali - e verranno estese le indagini anche nelle principali aree dei maggiori quartieri perugini: San Sisto, Ponte San Giovanni e Ponte Felcino”. Condividi