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PERUGIA - Va sottolineato l’andamento opposto per i due generi: per gli uomini si registra un forte calo dell’occupazione autonoma (-15%, da 71.000 a 61.000) e una crescita importante di quella alle dipendenze (+4,8%, da 149.000 a 156.000); per le donne alla flessione dell’occupazione alle dipendenze (-3,1%, da 132.000 a 128.000) è corrisposta una crescita più che proporzionale di quella autonoma (+15,2%, da 31.000 a 35.000). La flessione occupazionale è stata prodotta interamente dai servizi – già in calo nel terzo trimestre - che hanno visto ridurre il proprio numero di addetti di 10.000 unità (da 250.000 a 240.000), operanti nella stragrande maggioranza dei casi nel comparto del commercio (da 63.000 a 56.000 occupati). In lieve crescita, invece, l’occupazione nel settore industriale (123.000, +1.000) dove alla contenuta contrazione dell’occupazione delle costruzioni (-1.000, ora 36.000) è corrisposta una crescita di quella dell’industria in senso stretto (+2.000, ora 87.000). In linea con i precedenti trimestri, continua ad aumentare l’occupazione agricola che conta ora 16.000 addetti (+5.000), ossia il 4,2% dell’occupazione complessiva. Va sottolineato che a seguito della flessione il peso dei servizi è sceso ben al di sotto del consueto 65% (ora 63,3%) un valore prossimo alla realtà del nord del paese e più contenuto di quello medio nazionale. La flessione dell’occupazione terziaria ha interessato più le donne (-6.000, ora 124.000) che gli uomini (-4.000, ora 116.000); tuttavia esse continuano ad essere maggioritarie in questo settore (51,6%). Della lieve crescita nell’industria hanno beneficiato unicamente le donne (+4.000, 32.000) dato che l’occupazione maschile è risultata in calo di 3.000 unità (ora 91.000) in particolare nei comparti del manifatturiero. La crescita dell’occupazione nell’agricoltura ha interessato entrambi i sessi (+3.000 per gli uomini; +2.000 delle donne). La flessione occupazionale non ha prodotto variazioni significative delle forze di lavoro che come nel quarto trimestre del 2007 ammontano a 402.000, cui corrisponde un tasso di attività del 69,4%, calato, dato il contemporaneo aumento della popolazione, di mezzo punto, che continua però a superare quello medio del centro (67%) ed ad essere di soli 4 decimi più contenuto di quello del nord del paese (69,8%). All’interno delle forze di lavoro è però aumentata la presenza femminile (ora 178.000, +3.000) e calata quella maschile (223.000, -3.000); ne segue che il tasso di attività femminile è leggermente aumentato (61,5%, +0,1 punti) e quello maschile è calato di 1,1 (77,4%). Il confronto territoriale evidenzia un livello della partecipazione attiva femminile addirittura di mezzo punto superiore a quella del Nord del paese mentre quella maschile risulta di soli 4 decimi superiore alla media del Centro e di oltre un punto inferiore a quella del Nord (78,5%). A seguito di tali andamenti dell’occupazione e delle forze di lavoro, la disoccupazione si è riportata a quota 22.000 (+3.000). A tale variazione è seguita una crescita di 7 decimi del tasso di disoccupazione che ora ammonta al 5,5%, un valore che continua ad essere intermedio tra quello del nord (4,3%) e quello del centro (6,3%), dove l’aumento è stato rispettivamente risulta inferiore di oltre un punto alla media del centro (5,7%) aumentati rispettivamente di 2 e 5 decimi di punto. La contrazione dell’occupazione maschile ha significato una riduzione della partecipazione attiva senza impatti marcati sulla disoccupazione che continua a contare 6.000 soggetti come nel corrispondente trimestre del 2007 ed un tasso del 2,9% di soli 2 decimi più elevato di allora e ben inferiore a quello medio del nord del paese (3,4%). La maggior partecipazione femminile ha invece significato un aumento della disoccupazione riportatasi a quota 16.000, cui corrisponde un tasso dell’8,7%, 8 decimi al di sopra del corrispondente valore del quarto trimestre del 2007 e ora, in linea con quello del paese, superiore a quello medio della ripartizione (8,3%). Condividi