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PERUGIA - “Non si esce dalla crisi se Perugia non si rimbocca le maniche e investe sul turismo in maniera ragionata, creativa e focalizzata sulla qualità”. Conclude così il candidato sindaco al Comune di Perugia Wladimiro Boccali, il seminario dedicato al turismo che si è svolto oggi pomeriggio nel Castello di Monterone alle porte di Perugia. C’è bisogno, a suo avviso, che la città faccia del turismo un fattore distintivo e inequivocabile della propria identità culturale, oltre che una leva economica di primo piano. Nel corso della discussione sono emersi tre elementi di rilievo su cui la città dovrebbe investire per svecchiare la propria attrattività: uno stile di vita che tiene conto del fermento degli universitari (lifestyle), la qualità dell’accoglienza da parte del cittadino residente, il mix di città etrusco-medioevale e tecnologica (minimetrò e scale mobili). I lavori sono stati aperti da Paola De Salvo docente di Analisi delle politiche turistiche pubbliche al corso di laurea in Economia del Turismo, che ha sottolineato il buon lavoro fatto dalle istituzioni locali che hanno dato vita a reti di accesso unificate ai beni culturali (con forme di biglietti unificati) e continuato a sostenere eventi di richiamo internazionale (dalle mostre del Perugino e Pintoricchio, a Umbria Jazz ed Eurochocolate). “Ora però”, sottolinea De Salvo, “la città deve trovare un elemento di identificazione forte che catalizzi le risorse, le energie e le prospettive degli enti locali e che serva a rafforzare la competitività del territorio”. Con l’esperienza della mostra sul Pintoricchio (cominciata il 2 febbraio e prolungata per due mesi oltre le previsioni, fino a fine agosto, e che ha portato in città 124mila visitatori) si sarebbe realizzata questa comunione di intenti tra i vari livelli istituzionali. “È questo il modello da perseguire anche per altre iniziative future”, ha sottolineato poi l’amministratore delegato di Civita servizi, Albino Ruberti, nonché curatore della mostra, “ma bisogna cercare - per quanto possibile - di fare pianificazioni di lungo periodo, tenendo sempre a mente che sta crescendo la competizione turistica tra le città capoluogo”. A tal proposito Enzo Nocifora, professore di Sociologia del turismo all’Università La Sapienza di Roma ha spiegato in che modo il turismo può diventare un motore dell’economia locale. “Perugia fa parte di un gruppo di città (quelle che Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera chiama le “P” cities, le città universitarie italiane che cominciano con la P – Perugia, Parma, Pavia – che sono anche città d’arte dalle valide amministrazioni locali, ndr) che continueranno ad attrarre turisti anche nei momenti di difficoltà quando cioè le mete tradizionali, si pensi a quelle balneari o montane, passeranno di moda. Perugia ha il grande merito di offrire arte, enogastronomia e fermento della vita universitaria, fattori di traino del turismo che sono nati singolarmente e spontaneamente. Ora la sfida è quella di coordinare i maniera unitaria queste leve e addirittura valorizzarle”. Secondo Nocifora occorrono tavoli tecnici di concertazione capaci di amalgamare i differenti segmenti di offerta turistica considerando la vivacità della vita universitaria come elemento di attrazione e non di ostacolo allo sviluppo pubblico. Oltre che sul “lifestyle” Perugia deve investire sulla qualità. Fabio Renzi segretario di Symbola, la Fondazione che raggruppa le eccellenze d’Italia (selezionandole non sulla base di mere certificazioni accessorie ma della reputazione), ha evidenziato come il Comune debba appunto promuovere filiere, marchi e prodotti di alta qualità. “L’Umbria”, ha detto, “ha numerosi impianti di raffinazione delle olive ed è nota nel panorama nazionale per la produzione di olio. Sarebbe opportuno studiare forme di promozione che però distinguano la raffinazione basata su olive autoctone e quella su olive di importazione”. Poi ha preso la parola Maurizio Bussolati un esponente dell’impresa ricettivo-alberghiera di Perugia, che ha ricordato come la creatività sia un elemento di traino dell’attrazione turistica. “Le scale mobili della Rocca Paolina”, ha dichiarato, “hanno rappresentato oltre che un servizio alla città, un forte stimolo alla curiosità del turista: ricordo numerosi visitatori che arrivavano dal Giappone per vedere questo singolare accostamento tra storia e tecnologia. Oggi la storia si sta ripetendo: il minimetrò non è soltanto un’opera funzionale ma ha cambiato lo skyline della città e per questo va sfruttata come fattore di attrazione della città”. La creatività cui Bussolati fa riferimento deve essere concreta e agganciata alla qualità dei servizi: dai trasporti alla sanità di base, all’ospitalità del cittadino residente. “Non bisogna dimenticare, conclude l’imprenditore, che il turismo a Perugia dà lavoro a più di 5mila persone di cui più della metà sono donne e hanno meno di 30 anni”. Ci sono però le incognite governative da superare. La senatrice (Pd) Anna Rita Fioroni ha ricordato che la promozione del “Sistema Italia” deve essere costruita a quattro mani e in maniera coordinata tra Stato e Regioni. “Il turismo”, ha spiegato, “oggi è materia esclusiva delle Regioni, ma questa configurazione non regge la concorrenza dei Paesi come Francia e Spagna. Il Governo infine dovrà rispettare gli impegni presi riducendo le aliquote Iva per le imprese turistiche agli stessi livelli dei Paesi concorrenti”. I relatori: Paola De Salvo (Analisi delle politiche turistiche pubbliche, Università degli Studi di Perugia) Enzo Nocifora (Sociologia del turismo, Università La Sapienza di Roma) Fabio Renzi (Segretario generale Symbola, Fondazione per le qualità italiane) Maurizio Bussolati (Imprenditore turistico) Albino Ruberti (Amministratore delegato di Civita servizi) Anna Rita Fioroni (Senatrice Pd) Wladimiro Boccali (Candidato sindaco Comune di Perugia) Condividi