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GUALDO TADINO - Sono arrivati in miglia da tutta l'Umbria (3-4mila o forse anche più), questa mattina, a Gualdo Tadino, per dare la sveglia ad un governo che appare immobile partecipando alla grande giornata di lotta proclamata da Cgil, Cisl e Uil per rilanciare l'economia ed il lavoro nella fascia appenninica umbra, profondamente colpita da una crisi che è stata paragonata ad un secondo terremoto per le macerie che sta producendo. Dopo aver sfilato per le vie della città hanno gremito la piazza dove si sono svolti i comizi conclusivi, dando vita alla più grande manifestazione operaia che si ricordi a Gualdo Tadino. Prima vittima della crisi l'industria Merloni che occupava solo in Umbria duemila lavoratori che sono oggi in cassa integrazione e non sanno quando e se potranno rientare nella loro fabbrica. Senza parlare, poi, delle altre migliaia dell'indotto che tremano anche loro per il futuro, come pure quelli della ceramica, un settore anche questo profondamente depresso, al pari di quelli delle costruzioni ora che si è conclusa la fase delle ricostruzione. Una crisi che ha quindi picchiato duro in Umbria, dove i casi di aziende che hanno chiuso i battempi si sono moltiplicate soprattutto in questi ultimi giorni, ma in nessun'altra parte la situazione appare altrettanto grave e questo spiega l'eccezionale partecipazione alla manifestazione di oggi che ha raccolto un'adesione vastissima, dai sindaci con tanto di fascia tricolore e gonfaloni(l'Anci ne ha mobilitati davvero tanti, a partire dal suo presidente umbro, Paolo Raffaelli, primo cittadino di Terni, ma anche Goracci di Gubbio e Locchi di Perugia), ai vescovi umbri, che hanno promosso anche una raccolta di fondi a sostegno delle famiglie che non ce la fanno più, ai partiti politici che hanno ugualmente mobilitato i loro iscritti (particolarmente vivace la numerosa delegazioni di Rifondazione Comunista), ai parlamentari ed ai rappresententi della Regione, fra i quali la governatrice Lorenzetti e l'assessore provinciale al lavoro, Giuliano Granocchia, che ha fatto anticipare dal suo Ente il pagamento della cassa integrazione ai dipendenti Merloni, tutti uniti all'insegna da una comune parola d'ordine, la stessa che si levava con insistenza dal corteo: "lavoro!". In tutti c'era la consapevolezza che la "battaglia" dell'Appennino non può essere perduta perché passa di lì la trincea nella quale va arginato il feroce assalto che la crisi sta muovendo all'economia di una intera regione; una trincea che non può cadere, altrimenti dilagherebbe senza freni dappertutto. Ciò spiega la grande solidarietà che è stata espressa in questa circostanza ai lavoratori di Gualdo Tadino, Gubbio, Nocera Umbra e degli altri comuni del comprensorio che si trovano a combatterla in prima linea e che non vanno perciò lasciati soli a combatterla. Condividi