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di Eugenio Pierucci Emma Marcegaglia fa il suo dovere di presidente di Confindustria ed ogni tanto alza la voce per accontentare i suoi. Così, in sintesi, il nostro illustre ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, liquida l'allarme lanciato ieri dal capo degli imprenditori italiani che aveva osato affermare che la crisi non era una trovata mediatica perché, anzi, si sta aggravando ed occorre che il governo metta in campo "soldi veri" per farvi fronte. Come dire che sino ad oggi al balletto di cifre via via sparate non ha fatto seguito niente di concreto. Non l'avesse mai fatto! Oggi Brunetta, intervistato da Luisa Grion per Repubblica, la mette immediatamente a posto: la strada scelta dal governo è quella giusta, perché "davanti ad una crisi come questa bisogna essere freddi e razionali, e noi lo siamo". E se Marcegaglia si dimostra pessimista, lui al contrario vede davanti a se solo prati fioriti, dichiarandosi doppiamente ottimista: "i soldi veri ci sono già", afferma perentorio, per spengersi poi ancora più oltre sentenziando che "Il peggio è passato". Da cosa ricava il ministro questo suo saldo convincimento? Acuto osservatore com'è delle cose italiane non esita a ricorrere ad una legge dell'economia a prova di bomba e che dovrebbe quindi mettere a posto tutti quei "corvi" che, malgrado i messaggi tranquillizzanti del premier, ancora si affannano a vedere nero: "la crisi c'è, ma rispetto al picco di cassa integrazione raggiunto negli anni '80 non siamo nemmeno a metà. Ora il cambio stagionale ci avvantaggia: in primavera la risalita dell'occupazione è fisiologica, riusciremo a spostare più risorse dagli ammortizzatori alle imprese. I primi sono abbondantemente coperti, porteremo le eccedenze sulle seconde e quello sarà il segnale per far ripartire il sistema". Insomma, arriva la primavera e con essa la buona stagione, prepariamoci, dunque, a mettere i cappotti sotto naftalina che tra poco non ci serviranno più. I soldi ci sono (9 miliardi, assicura facendo eco al suo capo) per cui, ora che si è provveduto agli ammortizzatori sociali (???) ce ne saranno anche per le imprese. Non troppi, però, perché i soldi non si stampano e chi l'ha fatto è finito male. Per cui manteniamoci freddi, come abbiamo fatto sino adesso, e pedaliamo insieme. Ma per le imprese l'accesso al credito è proibito e lo Stato è un lento pagatore, gli fa notare l'intervistatrice, ed anche di questo si è lamentata Marcegaglia?! Niente panico, ci stiamo lavorando, è stata la sua risposta alla seconda questione, ma "certo non è facile perché il debitore, cioè lo Stato, ha pochi soldi". E sul credito? Qui Brunetta rispolvera lo slogan "fatto!" che ci ha a lungo bombardato da tutti i canali tv durante il primo governo Berlusconi, affermando senza tema di smentite: "Sul credito invece abbiamo già fatto dando certezza ai prestiti". E giù con il bollo di garanzia. E guai a chi dice che il governo sin qui ha fatto poco, perché il suo piano è il migliore che ci sia. Nessun confronto con quello di Barack Obama che "ha stressato il Paese, ha presentato progetti su progetti senza curarsi di seguirne la fattibilità. Così la politica crea il problema, non lo risolve". Dunque, ci pare di capire, la responsabilità della crisi che ha investito gli Usa e il mondo è per il nostro ministro tutta intera del neo presidente americano e l'amico George non c'entra niente. Condividi