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PERUGIA - "Non ho paura dell'Italia. Non ho paura per qualcosa in particolare. Ho paura perche' sono confusa. Quello che e' successo e' un mistero per me". E' un passaggio della lettera scritta da Amanda e indirizzata alla madre in occasione di un compito in classe assegnato dalla sua professoressa di italiano tre giorni dopo l'omicidio di Meredith. Lettera della quale si e' parlato oggi in aula dove e' stata sentita come testimone la professoressa stessa Antonella Negri. "Ciao mamma - scrive Amanda in un foglio di quadernone a righe - lo so che tu arriverai a Perugia domani ma, ad ogni modo, voglio mandarti questa lettera. Non ho avuto il migliore dei fine settimana, ma, siccome sono testimone, non posso parlare con nessuno di cosa e' successo a casa mia in questi giorni". "Non ho una casa - racconta Amanda nella lettera - sto abitando con un amico vicino a casa mia, non posso assolutamente rientrare. Non ho i miei vestiti e tutte le mie cose. Ho solo quello che avevo nelle mani quando la polizia mi ha ordinato di uscire dalla mia casa, quando abbiamo trovato Meredith". La studentessa di Seattle racconta, quindi, di essere "sempre nervosa". "Devo provare a ricostruire la mia vita - prosegue Amanda - ma ho la sensazione di aver dimenticato come ho vissuto prima. Spero che tu potrai aiutarmi. Forse possiamo fare spese per i vestiti nuovi e puoi conoscere le mie compagne di casa". "Perugia e' veramente una bella citta' e io voglio mostrarti tutto cio' che so su Perugia - scrive alla madre l'americana. Nonostante la mia situazione adesso voglio rimanere a Perugia. Lo so che tu vorresti che tornassi con te negli Stati Uniti ma non ho ancora finito qua". Condividi