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PERUGIA - Mentre i lavoratori della CRI e le organizzazioni sindacali mercoledì scorso denunciavano lo stato di precarietà in cui si trovavano a lavorare, sono state inviate dalla Direzione Regionale della CRI UMBRIA ben 10 lettere di interruzione di contratti a tempo determinato ( i fatto licenziamenti) rivolte al altrettanti dipendenti che da lunedì si troveranno senza alcuna possibilità di salario o di indennità, non essendo peraltro prevista per loro la cassa integrazione. Lo denunciano i sindacati Fp Cgil, Fps Cisl e Uil Fpl-Uil Pa in una nota firmata congiuntamente dai segretari F.Fratini, U.Pascolini e M. Cotone, nella quala si afferma: "L’atto prodotto dalla CRI dell’Umbria appare pertanto grave anche perché definito senza alcuna giustificazione e senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali". Nel definire arroganti gli atti emessi, i tre sindacalicti chiedono pertanto " alla Presidente della Giunta Regionale di intervenire in tale vicenda e di attivare un urgentissimo tavolo di confronto con la presenza di tutti gli attori interessati (Assessore alla sanità, direttore AUSL N. 2, CRI Umbria, CRI Perugia e le scriventi organizzazioni sindacali) al fine di comprendere quali siano le motivazioni che hanno indotto la CRI, a fronte della permanenza in essere delle convenzioni con il sistema sanitario regionale, a emettere tali provvedimenti". In considerazione della drammatica situazione che vivono i lavoratori gli stessi chiedono anche che talr incontro abbia luogo entro e non oltre mercoledì prossimo. Sempre nella nota si fa presente che a partire dalle ore 7.00 di lunedì 16 marzo sarà attivato un presidio e una assemblea permanente presso la sede della CRI di Perugia in via Sandro Penna, 74. Condividi