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di Daniele Bovi La cosa certa è che si vedono. Questa mattina alle 11.30 al quartier generale democratico in piazza della Repubblica. Ma che i partecipanti al tavolo comunale alla fine stappino una bottiglia per siglare l'accordo e dare vita alla coalizione del centrosinistra (nuovo, vecchio, col trattino o senza, fate voi) per conquistare palazzo dei Priori non sembra scontato, anzi. La bottiglia dovrebbe rimanere in frigo ancora per qualche giorno. Da una parte c'è Boccali che scalpita, e ieri mattina, durante la conferenza stampa di presentazione della sua campagna lo ha fatto capire. Ha sollecitato gli alti livelli istituzionali della regione a trovare la quadra con gli alleati e ha aperto a Rifondazione. Anzi, come ha detto lui stesso, non ha mai chiuso. “Sfido chiunque – ha detto ieri – a trovare anche solo una mia dichiarazione contraria ad un accordo”. La buona riuscita del matrimonio è una subordinata che dipende da tutta una serie di tasselli a cui va trovato il giusto posto. La sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un cubo di Rubik. Il problema però è che se ognuno ci mette mano, più che assegnare ad ogni lato il colore giusto, il rischio è quello che venga fuori un'arlecchinata. Andiamo con ordine e proviamo a vedere quali sono i tasselli a cui trovare una collocazione. A palazzo Cesaroni tiene banco la vicenda Tippolotti e la soluzione non sembra vicinissima: l'esploratore Rossi è ancora immerso tra carte e bussole, la rotta non è tracciata. Rimpasto, non rimpasto, rimpasto adesso oppure dopo le elezioni tanto per vedere quanto pesano i vendoliani? Boh. L'immagine di una giunta rimpastata non troppo lontano dalla fine del mandato, e un Pd che cede assessorati di peso in favore di un movimento-partito non si sa ancora quanto forte non è lo scenario migliore. Attraversiamo i giardini di piazza Italia ed entriamo in Provincia. Il Pd è nel pieno delle consultazioni per incoronare uno dei quattro concorrenti. Voci sempre più consistenti dicono che qualche longa manus da Roma stia favorendo questo o quell'altro. Vedremo. Intanto il Prc, nel bailamme, ha piazzato il nome dell'assessore al Lavoro e alla Formazione Granocchia. Un nome che nel risiko delle alleanze ha una certa importanza. Il Prc potrebbe chiedere agli altri partiti un esplicito sostegno alla candidatura dell'assessore per chiudere l'accordo. Il ragionamento potrebbe suonare più o meno così: “Noi l'acqua con le orecchie non la portiamo. Se sosteniamo i vostri candidati, perché voi non sostenete il nostro?” Facciamo una vasca e arriviamo a palazzo dei Priori. Se anche ci dovesse essere il placet di tutti su Granocchia, le questioni programmatiche aperte rimangono ancora tante. Passi avanti, dicono i rifondatori, sono stati fatti su versanti quali l'ambiente o la questione rifiuti; all'appello mancherebbero capitoli importanti come i temi della crisi, del nuovo modello di sviluppo e di politiche a sostegno del reddito. Insomma, c'è un piano programmatico che alcuni considerano ancora gracile e uno politico che vede la poltrona della Provincia come elemento fondamentale. Comunque sia, nonostante le difficoltà, una cosa buona c'è: ovvero che il tavolo comunale è funzionante (merito del coordinatore del Pd Giacomo Leonelli). Insomma, si discute: il che non è poco. Condividi