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di Nicola Bossi Domani mattina Wladimiro Boccali e il Pd presenteranno la loro singolare campagna elettorale per il candidatura a sindaco. Già qualcosa si è visto: tanti volti, affiancati da una caratteristica: bellezza, coraggio ecc. Mentre il volto del candidato a sindaco ha la scritto Perugia. Anche Rifondazione comunista ha di fatto aperto le danze della campagna elettorale attraverso i manifesti. Il primo è stato già affisso: lo sfondo è rosso in un quadrato bianco la parola "comunisti" con tanto di punto esclamativo. L'obiettivo che si era riproposto il Partito, che ha effettuato questa campagna pubblicitaria grazie alle capacita dei propri militanti, in questa prima fase, era quello di giocare sull'identità del partito e anche sull'insulto. "E' un gioco, una sorta di equivoco voluto - spiegano Enrico Flamini e Daniele Pampanelli - tanto volte ci hanno gridato addosso comunisti! in maniera dispregiativa. Ma per noi essere comunisti è il senso della nostro militanza e della nostra attività politica e umana. Noi siamo comunisti perchè stiamo dalla parte dei lavoratori e dei diritti". Dopo la prima affissione, è arrivata da alcuni giorni la seconda: qui il messaggio è chiaro. "Il Comunisti! urlato diventa identitario e basta - spiegano Flamini e Pampanelli - e viene affiancato al simbolo del Prc. Sopra il messaggio denuncia che dà senso ad essere comunisti. Quindi il licenziamento alla LImoni avvenuto per Sms. E la frase formula "Non ci indigna ma ci fa incazzare". Il terzo cartellone con la stessa formula riguarderà esclusivamente l'asilo nido e le rette d'oro "350 euro per l'asilo nido, non ci ci indigna, ci fa incazzare". Ed il quarto cartello è dedicato alle morti bianche: 19. "Abbiamo voluto parlare alla pancia - spiegano Flamini e Pampanelli - della gente, piuttosto che di temi che a volte ci hanno portato lontani dai loro bisogni di tutti i giorni". Condividi