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di Marco Casavecchia Si può chiamare "derby", quello disputato da due squadre divise da antica rivalità e forte campanile, senza che ad esso possano assistere i tifosi di entrambe le formazioni? Non credo. Fortemente voluta dal Rag. Macalli, Presidente della Lega Pro (ex serie C), la suddivisione in due gironi, in senso verticale, per potervi inserire le squadre del sud, centro e nord, in maniera tale da garantire, a sua detta, incontri vibranti e ricchi di patos, per la presenza di tifoserie passionali e rivalità sportiva, si è dimostrata un flop bello e buono. Incontri a porte chiuse, partite senza tifoseria ospite, disputati spesso in stadi fatiscenti o campi al limite della regolarità, perché le Autorità competenti, invocando le disposizioni in merito alla sicurezza, emanate dai vari Governi, hanno ritenuto tali partite ad alto rischio. Non si era a conoscenza di tutto ciò, prima di concepire una simile trovata? E poi, ma perché questi provvedimenti restrittivi finiscono per colpire una tifoseria, come quella perugina, che raramente, se non quasi mai, si è resa responsabile di gesti o azioni irresponsabili? Il derby Foligno-Ternana ha avuto luogo con la presenza delle rispettive tifoserie, sia a Foligno che a Terni. Domanda: ma allora i "cattivi" siamo noi? Si dice che i trascorsi, tra Perugia e Ternana, non promettessero niente di buono e che le Autorità, l'Osservatorio e gli Organismi interessati, hanno preferito operare questa scelta, penalizzando, a mio giudizio, lo sport e ledendo un diritto sacrosanto di ogni cittadino: la libera circolazione sul territorio nazionale e la possibilità di assistere ad uno spettacolo pubblico. I tifosi come bestie pericolose? Forse. Ma solo a Perugia? Gli incontri che avvengono in altre città, ben più popolose e con tifoserie più accese e violente, quasi sempre avvengono a stadi aperti a tutto il pubblico. Si deve risparmiare, mi si dice, perché il calcio non può assorbire le energie e le risorse della forza pubblica per separare le opposte tifoserie ed evitare scontri garantendo l'ordine pubblico. Ma solo, o quasi, a Perugia? Impedendo anche l'acquisto dei biglietti ai non residenti nella provincia? E con tutti i tifosi sparsi nelle vicinanze, come la mettiamo? Vietato l'acquisto agli amici di Apecchio (PU), Cortona, Roma e Firenze, per non parlare dei perugini che per lavoro risiedono in altre città! Bel derby davvero! E cosa resta di uno spettacolo senza pubblico? Del gusto dello sfottò, anche se talvolta fuori le righe? Delle coreografie e dei colori di un derby? Cosa vieteranno la prossima volta, in nome della sicurezza e dell'ordine pubblico? Di andare alle Marmore se non residenti. Condividi