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ROMA - Messo da parte il facile ottimismo, suo e di Berlusconi, sulla portata delle crisi che ha investito anche il nostro Paese, il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, ha finalmente preso coscienza di quella che è la realtà: "Il 2009 sara' un anno ancora piu' difficile del 2008. Il che e' tutto dire", ha ammesso ieri, incontrando al ministero i rappresentanti delle imprese e delle banche. E' perciò "necessario uno sforzo collettivo. Governo, imprese, parti sociali, istituzioni bancarie e finanziarie - ha aggiunto - devono agire per ridurre, per quanto possibile, l'impatto della crisi. Gli obiettivi fondamentali sono due: coesione nella societa' e conservazione della base industriale". In questa fase, ha concluso, "e', all'opposto, strategico aumentare il credito alle imprese sane, non ridurlo alle imprese in momentanea difficolta'. Assicurare adeguata liquidita' puo' evitare la chiusura di imprese che sono in grado di superare la crisi". "Il rischio che dobbiamo gestire e' il rischio dei rischio: la stretta creditizia" - ha poi aggiunto, sottolineando che la stretta creditizia e' quella "in cui tutto si avvita, che stritola imprese, lavoratori e alla fine le banche stesse. Il credito per l'economia e' un po' come l'aria per le persone: ti accorgi quanto e' importante quando viene a mancare". Naturalmente per il ministro i cosiddetti Tremonti bond sono "il canale dell'ossigeno per l'economia". "Noi pensiamo che questo strumento sia fondamentale - ha spiegato - per aprire un canale di finanziamento dalle banche alle imprese, il canale dell'ossigeno per l'economia, altrimenti la stretta si avvita". Un intervento il suo, come si vede, tutto nella direzione di banche e imprese, trascurando interamente gli aspetti sociali, drammatici, che questa crisi ha aperto investendo ormai centiniaia di migliaia di lavoratori e di famiglie alle quali viene a mancare il reddito indispensabile per andare avanti. Certo, agli interlocutori di ieri erano quelle le cose che interessavano, ma pare davvero paradossale che, mentre si parla di aiuti alle imprese, il governo stia nuovamente (anche se in materia va registrata la marcia indietro innestata ieri dal ministro Sacconi, quando ha spiegato che al momento si tratta solo di una ipotesi e che nulla di concreto è stato quindi deciso) pensando di attaccare il sistema pensionistico, quasi che le risorse necessarie per combattere la crisi le si vogliano ancora una volta far pagare ai lavoratori. E' questo il ruolo che l'ineffabile ministro intende far giocare alle parti sociali? Condividi