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Il Prina (Piano regionale integrato per la non autosufficienza) che opera per l’assistenza di soggetti non autosufficienti, anziani e disabili, nel 2009 impegnerà 31milioni e 750mila euro su finalità precise e comunque riconducibili alla necessità di favorire la permanenza dei soggetti assistiti in ambito familiare. In questa ottica che esclude contributi individuali, da ripartire in egual misura a tutti gli aventi diritto, le risorse del Prina potranno finanziare: servizi di assistenza domiciliare, tutelare e domestica, con ‘assegni di sollievo’, finalizzati ad alleviare il carico della famiglia che si prende cura di persone non autosufficienti, ad esempio per pagare l’assistenza in alcuni fine settimana non coperti, o per ricoveri temporanei (tali da garantire malattie o ferie dei parenti); abbattimento di barriere architettoniche nelle abitazioni; eventuali ascensori da impiantare o letti speciali; telefoni cellulari per sordomuti. Il tutto sulla base di progetti di assistenza personalizzata (PAP). Altre risorse potranno essere utilizzate anche per venire incontro alle esigenze delle famiglie con soggetti disabili gravi, mediante la realizzazione di centri diurni (per malati di Alzheimer) o centri diurni semiresidenziali, attivi negli orari di lavoro. Saranno incentivate anche forme di micro residenzialità familiare, da concepire come rete di servizi assistenziali per sopperire alla ridotta capacità delle famiglie di sopportare il pesante carico assistenziale, e progetti che vanno nella direzione dei cosiddetti “durante e dopo di noi” per le persone disabili gravi. Tre i criteri base per accedere ai benefici del Prina che non esclude forme di compartecipazione sono: la gravità della patologia invalidante, il reddito della persona non autosufficiente, la presenza o meno della rete familiare. Il Piano che potrà intervenire con gli ‘assegni di sollievo’ anche nelle situazioni più difficili, si propone di formare gli operatori assistenziali e di riconoscere i servizi fatti dal privato sociale, sulla base di un modulo formativo che ne fissi gli standard minimi; di mettere ordine nel settore delle badanti, in primo luogo per regolarizzare il loro rapporto di lavoro, addossando al Fondo una parte dei costi aggiuntivi che la regolarizzazione comporta. L’accesso alle prestazioni viene garantito dalla rete territoriale dei servizi socio sanitari, cui fanno capo i centri di salute dei Distretti e gli Uffici della cittadinanza dei Comuni. E’ il Distretto che provvede alla ‘presa in carico della persona non autosufficiente’ e all’attivazione dell’Unità multidisciplinare di valutazione che predispone per ogni soggetto da assistere un programma di assistenza personalizzato (Pap), formulato valutando la gravità clinica, la fragilità sociale e il reddito disponibile. Nel Pap viene indicato il responsabile del programma di assistenza, una figura professionale che può appartenere ai servizi sanitari o a quelli sociali in base alla prevalenza della tipologia delle prestazioni previste. Per assicurare la piena applicazione del Pap è prevista la stipula del “Patto per la cura e il benessere” tra la persona non autosufficiente e i suoi familiari o conviventi ed il responsabile del programma di assistenza (case manager). Il Prina dispone, per il 2009, di 31 milioni e 750mila euro: 4 milioni dal Bilancio regionale, 7 dal Fondo nazionale non autosufficienza, 20 milioni 750mila dal Servizio sanitario nazionale. Condividi