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di Daniele Bovi Il tavolo provinciale della coalizione che si è riunito ieri per fare il punto su candidature e programmi è stato segato in due. Da una parte un tavolo programmatico affidato al giovane democratico Stefano, detto Barack, Fancelli (i maligni alla fine dicevano: “Così gli fanno fare qualcosa”), dall'altra quello più strettamente politico saldamente nelle mani del segretario provinciale del Pd Stramaccioni. Un tavolo che ha fatto una lunga ricognizione sullo stato dell'arte negli otto comuni della provincia sopra i 15mila abitanti. Per la verità, si è parlato molto di Spello e Gualdo Tadino, poco di Perugia. Un pochino di più della Provincia di Perugia: il Pd sta aprendo una consultazione e tra una ventina di giorni sarà eletto il prescelto tra Tosti, Guasticchi, Cristofani e Wague. Sempre che nel frattempo non spunti qualcun'altro. Comunque sia la relazione introduttiva del segretario provinciale del Pd è stata miele per le orecchie di molti, rifondatori in particolare. E via allora con “un centrosinistra nuovo da costruire e con cui vincere le elezioni”. Un centrosinistra dove l'architrave, il Pd, ha già scelto molti dei candidati sindaci. Nel ragionamento di Stramaccioni questo tavolo provinciale dovrebbe servire, anche in futuro, per puntellare i candidati con programmi forti. Traduzione: i candidati sono questi, ora ci costruiamo tutti insieme intorno un bel programmino. Ma una volta non si faceva l'esatto contrario? E cioè si dava vita a coalizioni, possibilmente non sul modello di tribù africane in guerra, con idee che poi sarebbero state incarnate da un candidato espresso dalla coalizione? Tra i primi a prendere la parola i socialisti, che con un lungo birignao hanno rivendicato in sostanza gli anni di buongoverno e hanno invitato la coalizione a non essere tafazzista, a non prendersi da sola a mazzate là dove non batte il sole. Traduzione: a Gualdo il nostro Scassellati ha governato bene, è al primo mandato, riconfermatelo e non ci rompete i cabbasisi, come direbbe Montalbano. Sempre lungo l'ala sinistra della probabile coalizione la posizione del Pdci è invece all'insegna del realismo e della politica di potenza: a trenta giorni dalla presentazione delle liste, dicono gli uomini di Diliberto, non possiamo rimanere fermi. E' ora di parlare dei nomi insomma. Dopo i Verdi che hanno richiamato tutti alla necessità di un programma all'insegna di forti investimenti nelle energie rinnovabili, hanno preso la parola quelli de La Sinistra per l'Umbria annunciando, gaudium magnum, una cosa interessante: giovedì verrà definito il coordinamento de La Sinistra che presenterà liste e candidati ai Comuni e alla Provincia. Nulla di nuovo invece sul fronte degli italvaloristi: lì le direttive nazionali si rispettano, e quelle dicono che bisogna stare col Pd nelle amministrazioni. Altro punto insindacabile è l'ormai arcinoto patto etico: il responsabile per Perugia dell'Idv Rossi lo ha ribadito anche ieri, “è l'unica cosa che chiediamo”. Nulla di nuovo pure dal versante di Rifondazione, i concetti fatti risuonare ieri sono anch'essi arcinoti: una coalizione che sia tale in tutto il territorio, programmi con grandi svolte su urbanistica e modelli di sviluppo, iniziative forti per uscire dalla crisi economica (come un radicale cambiamento del welfare cittadino) e questione morale intesa come autonomia della politica dai poteri forti. Insomma, il refrain è quello che da mesi recita “prima i programmi e poi i nomi”. Il ragionamento sottostante è che se il Pd non ha né gli uni né gli altri perché impantanato nelle guerre tra i capibastone locali, il Prc ce l'ha. La candidatura di Granocchia, dicono quelli del Prc, stà lì a dimostrarlo. Venerdì prossimo round nel “ring” provinciale. Giovedì tocca invece al tavolo comunale dove si discuterà di Perugia. Condividi