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di Nicola Bossi Forse hanno ragione chi come Eros Brega (a Terni) e Giacomo Leonelli (a Perugia) parlano di un Partito Democratico che ragiona da vecchio ed è profondamente diviso. Un partito che può perdere alle elezioni, persino senza un centrodestra che fa nomi di rilievo. Il caso della Provincia è emblematico: sul tavolo c'erano due nomi importanti Sauro Cristofani e Marco Guasticchi. Due nemici da sempre che però si sono conquistati sul campo voti e dolori. Tutti e due dell'ex Margherita. Troppo semplice per il Pd. E allora una corrente ex diessina, contraria a tutto quello che c'è di nuovo nel Pd, ha voluto metteren in campo un terzo nome. Mario Tosti. Non farò ironia, stavolta. E' un docente universitario, presidente dell'Isuc. Ma non ho mai visto scendere in strada e prendere un voto. O prendere degli insulti per una politica sbagliata. Se passa lui, vince il metodo delle sezioni e non degli elettori. Ma la verità è che chi sostiene Tosti non gli importa per niente neanche di lui. La mossa è stata fatta per rompere il fronte. L'obiettivo è prendere la casella della segreteria regionale del Pd o di quello che rimarrà dopo questi giochetti. Gli "storici" del caos fanno questo per costringere Roma a nominare la Bruscolotti che si dimetterà dalla segreteria regionale.Povero popolo del Pd.... Condividi