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La segreteria regionale di Rifondazione comunista, riunitasi lunedì 2 marzo, ha espresso viva preoccupazione per i contraccolpi che la crisi economica mondiale sta producendo sul tessuto economico e produttivo della nostra regione. La crisi dell’economia mondiale è infatti profondissima e i suoi negativi effetti investiranno ancora per molto tempo i sistemi economici dei vari paesi. Si tratta di una crisi generale del sistema, generata dalla finanziarizzazione dell’economia e dalla compressione della massa salariale, da cui non è possibile uscire senza forti sconquassi del sistema stesso. I continui tracolli delle borse, i grandi colossi industriali e finanziari che rischiano il fallimento se non ottengono iniezione di denaro pubblico, la recessione che colpisce tutte le economie più forti del pianeta, sono i fatti di cronaca più eclatanti, mentre non fanno notizia i posti di lavoro che si perdono in un continuo stillicidio strisciante, preceduto da cassa integrazione, ferie forzate, ricorsi ai vari ammortizzatori sociali. Mentre negli Usa Obama rompe con le politiche neoliberiste e pone alcuni elementi di sinistra, come far pagare le tasse ai ricchi per costruire un sistema sanitario nazionale, in Italia il governo persegue una uscita da destra dalla crisi, sul piano istituzionale, sociale e culturale. Anche l’opposizione parlamentare non esprime alcuna proposta alternativa capace di incidere: al di là della buona proposta di Franceschini sull'indennità di disoccupazione, la dice lunga sulla situazione il fatto che il piano anticrisi del Pd, messo a punto da Bersani, non contenga il tema della redistribuzione del reddito e si collochi così a destra di Obama. In questo contesto l’Umbria manifesta da mesi segni di criticità. La crisi dell’acciaio e della chimica, della grafica, del tessile si fanno più profonde, la vicenda della Limoni – che si è conclusa con un accordo che è una riduzione del danno – evidenzia ancora una volta la necessità di un tavolo regionale di confronto con le multinazionali presenti nella nostra regione. La vicenda della Merloni, poi, ci parla di una fascia appenninica in estrema sofferenza e Rifondazione sarà domenica 15 marzo a Gualdo Tadino alla manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali a difesa di un territorio che rischia la desertificazione produttiva e il tracollo economico. La Regione Umbria ha bene operato predisponendo con la manovra di bilancio alcune misure che puntano ad arginare gli effetti devastanti della crisi: dal sostegno al credito, agli aiuti alle imprese, ma ancora più importanti i provvedimenti a sostegno dei soggetti sociali più deboli. Tra questi, oltre all’incremento del fondo per le politiche sociali, di quello per la non autosufficienza, i contributi per la casa e il contenimento delle tariffe per il trasporto pubblico, brillano i provvedimenti della “busta pesante” per i cassaintegrati – cioè la sospensione per un anno delle tariffe e tributi locali e delle rate dei mutui - una misura di giustizia sociale che Rifondazione ha fortemente caldeggiato. Ma occorre fare di più, perché la crisi è profonda e lunga e i provvedimenti del governo Berlusconi sono del tutto inadeguati. Per questo è necessario un approfondimento politico-programmatico che offra un contributo all’altezza delle sfide e delle insidie che abbiamo di fronte. Rifondazione comunista ribadisce che senza un confronto programmatico non c’è la possibilità di costruire una coalizione per le prossime elezioni amministrative. E su questo punto siamo in netto ritardo, perché il Partito democratico si attarda in una discussione (o forse meglio, una resa dei conti) tutta sui candidati e non avanza nessuna proposta su due punti qualificanti e imprescindibili: come affrontiamo la crisi economica e produttiva, da una parte, come arginiamo i rischi che stanno dentro il progetto di federalismo fiscale delle destre. Per il Prc la definizione di un profilo politico-programmatico della coalizione è una condizione discriminante per un accordo in vista delle amministrative. Non ci resta che constatare che per le altre forze politiche non è così. Il Prc continuerà su questa strada: giovedì è in programma la riunione del comitato scientifico per il programma aperto alle forze della sinistra, mentre nelle prossime settimane sono previsti incontri di approfondimento sul Piano sanitario regionale, sulle tematiche ambientali e sulle misure da mettere in campo per contenere i contraccolpi della crisi. Condividi