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Un laboratorio clandestino per il confezionamento di capi di abbigliamento nel quale sono stati trovati 18 cinesi, 14 dei quali impegnati a lavorare e sei risultati non in regola con il permesso di soggiorno, è stato scoperto dalla guardia di finanza di Amelia nella zona di Penna in Teverina. La titolare, anche lei originari della Cina, attualmente irreperibile, è stata denunciata a piede libero. Le fiamme gialle avevano notato movimenti sospetti notturni da parte di furgoni e auto nei pressi di un capannone isolato in campagna. Sono stati svolti appostamenti dai quali è emerso che durante la notte le luci del capannone rimanevano accese. Hanno così fatto irruzione nel capannone trovando complessivamente 18 cinesi. I 14 impegnati nel lavoro sono risultati in nero mentre altri quattro dormivano in stanzette in condizioni igieniche definite precarie dagli investigatori che hanno tra l'altro trovato carcasse di topi morti mentre uno degli animali è stato visto camminare nel vano adibito a cucina. La titolare è stata denunciata per favoreggiamento e sfruttamento dell'immigrazione clandestina. I sei stranieri clandestini sono stati accompagnati in questura per essere rimpatriate. Le fiamme gialle hanno sequestrato il capannone, che ha una superficie di circa mille metri quadrati, 42 macchine per cucire, quattro per la stiratura, due per cucire bottoni e fermagli e 150 capi di abbigliamento già confezionati e pronti per essere consegnati ai clienti. Condividi