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PERUGIA - Avevano agito due volte in Umbria, nell'ottobre 2008 rapinando la filiale di Gualdo Tadino della Cassa di Risparmio di Firenze e nel novembre dello stesso anno con un colpo all'agenzia 1 di Foligno della Banca Popolare di Spoleto. Il bottino era stato rispettivamente di 6.057 e 2.245 euro, ottenuto con lo stesso modus operandi: volto scoperto, fare torvo e taglierino in mano per minacciare impiegati e clienti. Nelle ultime ore, i presunti autori dei colpi, Gaetano Di Stasi e Francesco Morelli, ambedue originari del sud tra i 35 e i 40 anni, hanno ricevuto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip di Perugia Paolo Micheli su richiesta del pm Manuela Comodi; Morelli dalla sua abitazione di Porto S. Elpidio (Ap) e' stato condotto nel carcere di Ascoli Piceno dove e' detenuto. Di Stasi per reati legati alla droga (per lui, quindi, la notifica del provvedimento e' avvenuta nell'istituto penitenziario). Proprio l'arresto di Di Stasi, a Fermo, ha impresso un'accelerazione alle indagini, condotte oltre che dai reparti dei carabinieri competenti sui territori dagli uomini del nucleo investigativo del Reparto operativo, guidati dal capitano Giovanni Rizzo. "Questi due personaggi", ha evidenziato in conferenza stampa il maggiore Pierugo Todini comandante del reparto operativo, "pluripregiudicati, nullafacenti, non consumatori abituali di droga, si caratterizzano come 'pendolari della rapina', arrivano, compiono il colpo e se ne vanno; da quanto e' stato rilevato, in Umbria hanno operato due volte, ma le indagini continuano". Il maggiore ha spiegato che esaminando le immagini delle telecamere interne ed esterne agli istituti di credito, oltre a evidenziarsi la somiglianza tra i due rapinatori, e' emerso che uno di essi indossava il medesimo giubbetto, di tessuto a quadri. Sempre con lo stesso giubbetto, Gaetano Di Stasi e' apparso sulla fotosegnaletica scattata a seguito dell'arresto a Fermo. I comandi dei carabinieri di Marche e Umbria hanno lavorato in sinergia e, approfondendo la rete delle amicizie di Di Stasi, sono risaliti a Francesco Morelli; entrambi gli fermati, ha detto il maggiore Todini, oltre a risultare identici agli individui filmati nelle agenzie delle Banche, sono stati riconosciuti da testimoni. Condividi