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ROMA - La pletorica assemblea nazionale del Pd (oltre tremila delegati fra eletti e dirigenti di partito, sta per iniziare alla Fiera di Roma. In gioco c'è, come ha dichiarato Francesco Rutelli ieri a Todi, dove ha avuto intensi abboccamenti con i dirigenti nazionali dell'Udc, il destino stesso del partito che rischia di sfasciarsi irrimediabilmente ad appena un anno e mezzo dalla sua fondazione. L'assemblea è in sostanza chiamata a decidere su due opzioni: o l'affidamento della guida del partito, in attesa di un congresso quando sarà possibile convocarlo, a Franceschini, oppure, come richiede gran parte della base che reclama un repulisti generale della dirigenza, la convocazione di nuove primarie per l'elezione diretta di questo benedetto segretario, che, affermano però gli stessi sostenitori di questa seconda opzione, dovrà essere un volto completamente nuovo, non compromesso con gli intrallazzi sin qui combinati. Va da sè che, viste queste premesse, la dirigenza ha in gran parte gia scelto, dichiarandosi a favore dell'incarico a Franceschini. Se non altro si tratta di una mossa che farebbe guadagnare tempo prezioso ed al tempo stesso raffredderebbe gli animi più esagitati. Ed in questo senso per tutta la giornata di ieri, ed anche nella nottata, c'è stato un susseguirsi di telefonate verso la periferia per raccomandare la massima partecipazione a questo decisivo appuntamento e, soprattutto, nervi calmi e sangue freddo. Tanto agitarsi produrrà gli effetti voluti? Staremo a vedere. Sta di fatto, però, che anche fra i big non mancano i distinguo, per cui c'è da attendersi che qualcuno si lascia andare ad un gioco pesante. Ed anche le prime impressioni ricavate dagli osservatori all'arrivo questa mattina dei delegati non sono del tutto tranquillizzanti. Intanto si dovrà verificare in quanti risponderanno risposto all'appello (l'ultima volta che questo organismo si è riunito, nel giugno dello scorso anno, molti banchi risultarono squallidamente vuoti, anche se l'importanza drammatica dell'appuntamento odierno dovrebbe scongiurare questo pericolo) e poi c'è da considerare l'esasperazione di molti dei militanti che si è espressa anche stamani, con gli autoconvocati che si sono presentati di primo mattino ai cancelli della Fiera, con un cartello nel quale stava scritto "Primarie e segretario ora". Ancora più esplicito un volantino largamente diffuso, firmato www.democraticamenteroma.it, che recitava: "Dopo Veltroni tutti a casa, nessun inciucio, nessun segretario a termine". Condividi