di Nicola Bossi Una giornata a Todi con i democristiani. C'è Ciriaco De Mita, c'è Buttiglione, c'è D'Onofrio e ci sono molti accenti campani e siciliani. C'è Cesa, il leader calabrese dei nuovi e vecchi democristiani. Siamo nel 2009, ma potremmo essere alla fine degli anni 80. Potrebbe essere una sorta di convegno per reduci. E invece, a Todi, ti accorgi che i reduci sono gli altri: quelli del Pd. Ecco Enrico Letta, l'unico toscano che non sa fare battute, che tira a campare, nonostante i quarant'anni. E lì sul palco e ti dice una cosa da lillipuziano e non da quasi leader del maggiore partito del centrosinistra. "Il nuovo centro sinistra non può prescindere dall'Unione di Centro. Moderati e progressisti contro i populisti opposti: Di Pietro e Berlusconi". Letta porge il cappello ai vecchi democristiani che come i vecchi leoni del Camerun calcistico giocano a meraviglia. E sapere cosa gli rispondono al giovane Letta: "Alleanze...vediamo...prima risolvete i vostri guai. Siete popolari o socialisti, state con Hamas o con la pace, state con la Cgil o la Cisl". I democristiani al 6 per cento sembrano potenti come ai tempi della Balena Bianca. Poi arriva Rutelli, Francesco Rutelli. Fa un discorso che neanche noi delle agenzie stampa riusciamo a capire qualcosa. Ma alla fine dice:servono coalizioni nuove di conio. Finisce così la prima giornata del seminario di Todi. I democristiani sono il nuovo e il Pd i dinosauri. Viva De Mita nuovo erede di Enrico Letta. Condividi