Nella casistica dei fatti illeciti esaminati dalla sezione umbra della Corte dei Conti ''e' rilevante'' quella dei comportamenti e delle omissioni tenute da pubblici dipendenti e amministratori nello svolgimento delle proprie funzioni. Permane poi il fenomeno delle assenze arbitrarie dal lavoro dei dipendenti pubblici. A dirlo e' stato oggi il presidente della Corte dei Conti dell'Umbria, Lodovico Principato inaugurando l'anno giudiziario 2009. Nella sua relazione il magistrato ha tra l'altro evidenziato come la trattazione dei giudizi e' definita di regola in una sola udienza e in pochi casi e' stata disposta attivita' istruttoria o il rinvio della discussione. Negli ultimi cinque anni, inoltre, risulta come, su 145 sentenze emesse, la percentuale di appelli e' stata del 21%, di cui il 7% dalla parte pubblica ed il 14% da quella privata. L'esito - e' stato detto - mostra una prevalenza delle sentenze che confermano le pronunce adottate in primo grado. L'attivita' svolta dalla Sezione ha fatto emergere nel 2008 alcuni ritardi o irregolarita', prevalentemente di natura formale, in relazione alla gestione, riscossione e rendicontazione annuale da parte di singoli agenti contabili, preposti al maneggio ed alla custodia di danaro o valori delle pubbliche amministrazioni. ''Anche a causa - ha spiegato Principato - della non sempre chiara e univoca disciplina che ne governa le funzioni''. Per quanto riguarda l'attivita' svolta dalla Corte dei Conti in materia di contenzioso pensionistico emerge come, nell'anno passato, a fronte dei 329 ricorsi pendenti, ne sono stati discussi 206 e definiti 167 (162 quelli ancora aperti al 31 dicembre). Dati dai quali si evince, come e' stato spiegato questa mattina, la tendenza ad un leggero aumento dei nuovi, dovuto anche al contenzioso in materia di benefici concessi ai lavoratori pubblici esposti al rischio amianto. Nella sua relazione, il presidente Principato, ha spiegato che gli amministratori o funzionari maggiormente coinvolti in giudizi contabili sono, in ordine decrescente, quelle degli enti locali (Province, Comuni, Comunita' montane), delle amministrazioni statali, del servizio sanitario regionale, della Regione e quelle di alcuni enti pubblici nazionali, per attivita' svolta nel territorio (Inps, Poste, Anas). Tra le sentenze citate quella che ha censurato amministratori comunali i quali avevano attestato la propria presenza a riunioni di giunta tenutesi informalmente, ossia senza alcuna verbalizzazione, percependo il gettone di presenza, nonche' per il compenso avuto per altre attivita' istituzionali per le quali non e' prevista alcuna retribuibilita'. Permane poi - ha detto Principato - il fenomeno dell'assenteismo da parte di dipendenti pubblici, attraverso l'uso fraudolento del sistema di rilevazione delle presenze. Un fenomeno riscontrato, oltre che con video riprese, anche con intercettazioni telefoniche e pedinamenti. Sempre tra i casi segnalati nella relazione del presidente della sezione umbra della Corte dei Conti anche quello di alcuni dipendenti dell'Inps che, falsificando la situazione contributiva degli assicurati, hanno concesso e pagato indebite prestazioni previdenziali e assistenziali, arrecando un danno alla propria amministrazione. In altri casi, inoltre, e' stato causato da funzionari un danno patrimoniale ed all'immagine dell'Anas - ha sostenuto Principato -, per tangenti percepite nella esecuzione di lavori e forniture di attrezzature per opere stradali o per aver falsamente affermato circostanze di fatto inesistenti, ma rilevanti nella istruttoria amministrativa e poi nella decisione di pratiche per la concessione di contributi regionali. ''Anche quest'anno - ha affermato Principato - prevalgono i giudizi promossi per accertare responsabilita' insorte per inadempimenti ai doveri propri del rapporto di lavoro dei dipendenti e per cumulo di altre attivita' non consentite. Riaffiorano anche casi di indebite spese inerenti al cosiddetto costo della politica. Numerosi sono stati i casi in cui il danno e' derivato dall'avvenuto svolgimento in forma deviata delle prestazioni dovute, fino a realizzare condotte penalmente illecite''. Condividi