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di Francesco Pullia* - radicali italiani - esponente umbro Ha ottant'anni e li dimostra tutti. Più passa il tempo, più il concordato siglato da Mussolini e dal Vaticano dimostra tutta la sua inadeguatezza rivelandosi seriamente lesivo della libertà di coscienza dei cattolici, dei diversamente credenti, dei non credenti. La revisione, firmata nel 1984 da Craxi e dal card. Casaroli, non ha modificato granché. Di fatto, la Chiesa romana ha continuato e continua a beneficiare di innumerevoli privilegi ingiustificati. Si pensi all'istituto dell'otto per mille, all'esenzione del pagamento dell'Ici per le attività commerciali, all'insegnamento dell'ora di religione, cioè all'immissione nelle scuole statali di ben quindicimila docenti (diversi dei quali neppure laureati) designati esclusivamente dai vescovi ma retribuiti dallo Stato. Una disposizione introdotta nel 2003 prevede, tra l'altro, che qualora il vescovo, a suo insindacabile giudizio, non li ritenga più adatti ad insegnare religione cattolica, ottengano la docenza di materie obbligatorie, in barba a tanti precari che, nonostante abbiano sostenuto regolari concorsi, sono ancora in attesa di una cattedra. Forte dei patti lateranensi, a causa di questi, l'istituzione vaticana ha potuto via via accumulare potere e introiti favolosi nonché esercitare un'opera di intromissione e controllo politico sia in modo larvato che spudoratamente. L'arrivo al soglio pontificio di Joseph Ratzinger ha contribuito a rendere più marcato questo secondo aspetto. Ne deriva una distanza, il cui divario si accentua paurosamente, abissalmente, a dismisura, tra società e gerarchia (dichiaratamente teocratica, assolutistica) d'Oltretevere, tra quest'ultima e la stessa comunità cattolica. E' lo scisma sommerso indagato dallo scomparso Pietro Prini. Ne va di mezzo un intero percorso di attenzione e rinnovamento avviato dal concilio giovanneo. La situazione è tale che non è sicuramente eccessivo affermare che la Chiesa ratzingeriana costituisce oggi una seria minaccia implosiva, un ostacolo alla piena affermazione di qualsiasi tipo di fede, prima di tutto di quella cattolica. In questi giorni un bel libro come quello di Marco Politi, significativamente intitolato La Chiesa del no (pref. di Emma Bonino, Mondadori) mette bene in luce la condizione di disagio (è naturalmente un eufemismo) in cui versa l'istituzione vaticana. Bastino due citazioni esemplari: “gli italiani chiedono testimonianza, non comandi dal pulpito” e “la Chiesa ha paura di una società in cui è esplosa la soggettività di massa”, in cui si va affermando “il diritto di impostare la propria esistenza secondo la propria coscienza e le proprie convinzioni”. La Chiesa, nella versione ratzingeriana-lefebvriana, si trincera dietro una miriade di no perché è terrorizzata dallo sfaldamento delle illusorie e pretestuose certezze su cui ha alimentato, nei secoli, il proprio impero. Teme la vita, per questo si oppone alle libertà, a tutto ciò che rimandi a scelte responsabili. La vicenda di Eluana ne è, purtroppo, drammaticamente riprova. * della Direzione nazionale di Radicali Italiani Condividi