di Carlotta Fattorini * Prc Città della Pieve
Dopo le conquiste degli anni 60-70 la scuola italiana è stata oggetto di
interventi basati su tagli indiscriminati che hanno colpito oltre
all'edilizia scolastica, anche il diritto allo studio e i diritti dei
lavoratori della scuola. Tutto ciò è stato fatto in ossequio alle
dominanti politiche liberiste che hanno portato alla situazione di oggi,
politiche, il cui credo è stato professato dai governi di centro destra
quanto da quelli di centro sinistra. E' proprio della legge del
Centro-Sinistra (legge delega 59\97 nota come Bassanini dove all'articolo
21 si parla di Autonomia scolastica) che prende le mosse l'attacco alla
scuola. Dopo l'autonomia di Bassanini al Governo D'Alema riuscì il colpaccio
che in cinquant'anni non era riuscito ai Governi Democristiani: la legge
62\2000 stabilì la parità scolastica facendo sì che da questo momento in
poi le scuole private entrarono a far parte del sistema d'istruzione
nazionale, acquisendo la parità di trattamento anche sul piano
finanziario. La gravità di questo provvedimento stà nell'avere assegnato
alla scuola privata, che notoriamente si caratterizza per una didattica di
parte, la stessa funzione e portata della scuola pubblica che invece dovrebbe essere il luogo dove si liberano le potenzialità di ciascuno e si
colmano le differenze sociali e culturali. Nel 2001 Letizia Moratti,
divenuta ministro dell'Istruzione, proseguì il lavoro dei suoi
predecessori ed infatti è nel nome della legge 62\2000 ( D' Alema II ) che
la ministra annunciò massicci finanziamenti alla scuola privata, parlando
di “libertà di scelta per le famiglie” dimenticandosi però che tale
libertà già esiste ma che è costituzionalmente vietato che venga
finanziata dallo Stato il quale deve sostenere solo la scuola di tutti e
per tutti e non la scuola di parte.
La vittoria del centro sinistra del 2006 con la nomina di Fioroni a
Ministro dell’Istruzione fece pensare alla fine dell’era Morattiana,
niente di più sbagliato.
In questa direzione vanno l’incremento di 100 milioni di euro come
finanziamento alle paritarie previsti dalla Finanziaria 2007 (la stessa che
ha pesantemente tagliati i finanziamenti alle scuole pubbliche), la
possibilità per i privatisti di sostenere gli Esami di Stato anche presso
le paritarie (ammorbidita dalla norma che prevede l’obbligo di residenza)
e lo stesso nuovo regime di detrazione fiscale delle donazioni.
Nel 2008 le elezioni state vinte da Berlusconi che ha nominato Ministro
dell’istruzione Maria Stella Gelmini e i tagli della sua riforma sono
tre volte superiori a quelli del governo Prodi. Un pezzo importante della
riforma lo sta' servendo l'onorevole Aprea che ha presentato alla
commissione Cultura della Camera, da lei stessa presieduta, una proposta di
legge intitolata: “Norme per l’autogoverno delle istituzioni
scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per
la riforma dello stato giuridico dei docenti”. La proposta di legge in
questione non è molto originale dato che riprende idee e suggestioni
liberiste che negli ultimi anni hanno intossicato il dibattito sulla scuola
italiana. Eccone i contenuti salienti: Capo I) “Governo delle
istituzioni scolastiche”: prevede la possibilità di trasformare le
scuole in fondazioni e introduce il consiglio di amministrazione come
organo di governo di tutti gli istituti scolastici. Capo II) “Autonomia
delle istituzioni scolastiche e libertà di scelta educativa delle
famiglie” nel quale si dispone che, nell'arco di qualche anno, la
gestione di tutte le istituzioni scolastiche passi alle Regioni che
provvederanno alla distribuzione egualitaria dei finanziamenti sia agli
istituti pubblici che a quelli privati accreditati, in base,
prioritariamente, al numero degli iscritti in ciascun istituto. Capo III)
Stato giuridico, modalità di formazione iniziale e reclutamento dei
docenti che apporta varie novità. Per l’Università la finanziaria, L
133 \ 2008, all'articolo 16 prevede la facoltà di trasformazione in
fondazione delle università. Le fondazioni sono il mezzo che trasforma la
natura dell'istituzione universitaria, nel senso di una definitiva
privatizzazione dell'intero sistema dell'istruzione superiore. Quale
autonomia sarà garantita da Università trasformate in fondazioni che
dipendono da contribuzioni pubbliche e private? I finanziatori esterni non
piegheranno l'Università e la ricerca al loro interesse? Quale parità di
trattamento potrà essere garantita alle Università delle diverse Regioni
Italiane?
Infine si deve ricordare una notizia di poche settimane fa quando le
gerarchie ecclesiastiche hanno protestato contro la riduzione dei
finanziamenti contenuti nella riforma Gelmini che colpivano anche le scuole
private. Naturalmente il Governo ha fatto immediatamente retromarcia
ripristinando il finanziamento e tutto con il plauso del PD, mentre per
mesi ragazzi di tutti le età hanno manifestato contro i tagli
all’istruzione pubblica che almeno in teoria dovrebbe essere tutelata
rispetto a quella privata.
Questo non fa che rafforzare la nostra tesi secondo cui PDL e PD portano
avanti un medesimo progetto: distruggere la scuola pubblica.
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