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di Daniele Bovi Il cammino della riforma delle circoscrizioni nel Consiglio comunale di Perugia, più che ad un percorso assomiglia ad una via crucis, con risvolti tragicamente comici. Con una nota infatti il Comune aveva convocato per oggi il Consiglio per una maratona che si sarebbe dovuta svolgere oggi, domani, mercoledì e giovedì. E se le sedute andassero deserte, l'ente ha detto che si può proseguire anche venerdì e sabato. Insomma, un calvario. Fino al colpo di scena di qualche minuto fa che sta facendo impantanare tutto, con il serio rischio per la Giunta di dover ricominciare tutto daccapo. Il fatto che rischia di demolire il lavoro della giunta Locchi è un piccolo cavillo, ma formalmente pesante come un macigno. Ma vediamo cosa è successo in Consiglio. Il capogruppo Udc, Francesco Calabrese, ha illustrato in aula una documentazione secondo la quale la Finanziaria prevede, come parametro di riferimento per ridurre il numero delle circoscrizioni, il numero dei residenti "risultanti al momento dell'ultimo censimento nazionale" e non quello (sul quale si basa la riforma proposta dalla giunta Locchi) risultante dai dati attuali dell'anagrafe comunale. Il numero del censimento, per il Comune di Perugia è pari - secondo i documenti presentati da Calabrese - a 149.125 abitanti, inferiore quindi per 875 unità a quello di 150.000, dal quale è partita la nuova regolamentazione per la suddivisione del territorio perugino in cinque circoscrizioni. Alla luce dei criteri illustrati dall'Udc, Perugia dovrebbe avere quattro circoscrizioni e non cinque, e questo farebbe ripartire da zero tutto il lavoro in materia. In attesa che gli Uffici comunali esaminino dettagliatamente la documentazione presentata in aula, i lavori del consiglio comunale stanno continuando secondo il calendario previsto. Condividi