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Dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto che ordina di proseguire l'alimentazione di Eluana Englaro, i Radicali hanno organizzato un presidio di protesta "per la legalità, il diritto, la Costituzione". Mina Welby ha cominciato lo sciopero della fame. A manifestare davanti a Palazzo Chigi sono arrivati anche rappresentanti del Pd, di Rifondazione Comunista e della Cgil. Ma la protesta nei confronti di Berlusconi non si è fermata a Roma, ma è dilagata in tutto il Paese. A Milano Libertà e giustizia ha organizzato un presidio a sostegno del Presidente della Repubblica davanti al Palazzo di Giustizia. Il decreto legge del governo, poi diventato disegno di legge, rappresenta "un attentato gravissimo alla Cosituzione" secondo Umberto Eco garante dell'Associazione, presente al presidio, perchè "si tratta di un decreto del governo contro un dispositivo della magistratura" ed è, per i manifestanti, solo "l'apice dei tentativi di scardinare la Costituzione". In piazza San Babila, in contemporanea, partiva la manifestazione del centrosinistra per Eluana, in difesa della Costituzione e dello Stato di diritto e a sostegno del presidente Giorgio Napolitano. Dopo la lettura di alcuni articoli della Costituzione si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti politici, tra cui Pierfrancesco Majorino, Stefano Draghi, Carlo Monguzzi. Grande partecipazione anche alla manifestazione autoconvocata davanti alla Prefettura Torino. Vi hanno partecipato Oltre mille persone che hanno issato striscioni e gridato slogan contro Berlusconi a difesa della Costituzione. Tra le bandiere quelle dell'Associazione radicale Adelaide Aglietta, della Cgil, del Pd, di Rifondazione comunista e di "A sinistra". Nutrita la rappresentanza di amministratori locali dagli assessori regionali Paolo Peveraro e Angela Migliasso al collega in Comune Roberto Tricarico. Molti gli esponenti della Cgil da Giorgio Airaudo e Donata Canta. A rappresentare la società civile diversi presidenti di associazioni politiche e di volontariato. Tra i volti più conosciuti Silvio Viale e Enzo Cucco, il sovrintendente del Regio Walter Vergnano, l'ex banchiere e ministro Nerio Nesi, l'ex parlamentare Giusi La Ganga. Tra i parlamentari in carica sono presenti Antonio Boccuzzi, Anna Rossomando, Magda Negri, mauro Marino e Pietro Marcenaro. Gli ultimi quattro sono stati anche ricevuti dal prefetto Paolo Padoin. A Napoli è stato invece organizzato un presidio davanti alla prefetura al grido "Giù le mani dai nostri corpi". I manifestanti hanno criticato la scelta del governo di emanare un decreto legge per mantenere in vita la Englaro. Diverse decine di aderenti a Rifondazione comunista, Partito Radicale, e al collettivo Red Link, legato al Partito comunista internazionalista, hanno effettuato un presidio in contemporanea con l'arrivo del presidente Giorgio Napolitano al teatro San Carlo. Su un furgoncino è stato esposto uno striscione con la scritta "Governo e Clero, giù le mani da Eluana, giù le mani dai nostri corpi". In un volantino firmato "Compagne e compagni per la libertà di tutte e tutti", distribuito dagli aderenti al collettivo Red Link, si critica la scelta del governo di mantenere in vita Eluana Englaro, ma anche il centrosinistra "schiacciato su posizioni simili al centrodestra". Altre manifestazioni di questo genere si segnalano anche a Genova, Bologna, Firenze, Udine, Bari e Palermo e Sassari. Intanto sono stati resi noti i risultati di un sondaggio in tempo reale di Ipr Marketing per Repubblica. it, condotto ieri sera con il sistema del "Panel telematico tempo reale" interrogando mille persone disaggregate per sesso, età ed area di residenza. Ne esce un Paese con le idee piuttosto chiare su questa vicenda. Un Paese come sempre più avanti della politica e, in questo caso, anche delle posizioni espresse dalle gerarchie vaticane. I risultati, tra l'altro, non mostrano grandi differenze anche se si guarda alle preferenze politiche degli intervistati. Una trasversalità, dunque, che sembra corrispondere a un'opinione tanto salda quanto diffusa. Eccone i contenuti, così come li ha resi noti lo stesso quotidiano: Alimentazione e idratazione. Le prime due domande riguardano esplicitamente il caso di Eluana. Il 61% è favorevole a interrompere alimentazione e idratazione della ragazza in coma da 17 anni; solo il 26% esprime contrarietà, il 13% non ha un'opinione in merito a testimonianza che anche il dubbio ha un suo spazio in questa drammatica vicenda. Dal punto di vista politico, non c'è praticamente differenza: gli elettori di centrodestra e quelli di centrosinistra sono favorevoli all'interruzione in percentuali pressoché identiche (62% e 63%). Risultati identici per quanto riguarda il concetto di "terapia medica" riferibile o meno all'alimentazione e all'idratazione di una persona nelle condizioni di Eluana. Per il 61%, in questo caso, si tratta di terapie mediche che, quindi, possono essere sospese. Il 27% la pensa diversamente e il 12% non ha opinione. Testamento biologico. Sul testamento biologico, inteso come la possibilità di una persona di indicare in vita i limiti delle cure che s'intende ricevere in casi estremi, la maggioranza è addirittura schiacciante: l'84 per cento è a favore di un provvedimento in materia, appena il 7% è contrario e il 9% non ha opinione. La politica e il conflitto Quirinale-Palazzo Chigi. La maggioranza degli intervistati condivide la scelta del capo dello Stato di non firmare il decreto e ritiene "non opportuna" la decisione di Berlusconi di intervenire con un decreto d'urgenza. Più in generale, il 50% del campione ritiene addirittura che sulla questione non si doveva intervenire per legge e che, semmai (27%) l'intervento spettava al Parlamento. Solo il 15% ritiene legittimo l'intervento d'urgenza dell'esecutivo. L'8% non ha opinione. Più nel merito, il decreto d'urgenza di Berlusconi viene ritenuto "non opportuno" dal 56% del campione e "opportuno" dal 32%, mentre il 12% non ha opinione. A una domanda esplicita sul conflitto istituzionale, il 55% condivide la scelta di Napolitano di non controfirmare il decreto e il 29% non la condivide. Il 16% non sceglie. In entrambe queste domande, la trasversalità notata precedentemente, scende con l'elettorato di centrodestra che si divide praticamente a metà tra Colle e Palazzo Chigi. Quello di centrosinistra, ovviamente, è quasi tutto dalla parte di Napolitano. Condividi