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Ci sono presidenti e presidenti. Ci sono uomini e uomini. Così è nella vita e così è anche nella politica. I riscontri possono essere fatti tutti i giorni. Prendiamo per esempio le carriere politiche di Giorgio Bonaduce e Mauro Tippolotti. Entrambi sono stati consiglieri regionali e presidenti del Consiglio regionale nelle ultime due legislature. Entrambi comunisti e nella legislatura precedente a questa sono stati anche compagni di gruppo nel Prc. Una carriera lineare e identica? No. Giorgio Bonaduce fu eletto con il Pdci e quando decise di andarsene per gravi problemi con la segreteria di allora, lasciò l'incarico di presidente del Consiglio. Ecco il suo racconto in esclusiva per Umbrialeft. "Devo fare una premessa fondamentale: prima ancora che qualcuno mi dicesse di lasciare l'incarico, dopo la mia decisione di lasciare il Pdci, io avevo già in tasca le dimissioni. Era giusto così. Perché non volevo fare un torto alla politica - che mi aveva nominato - e agli elettori del Pdci. Ai miei bastava che continuassi a rappresentarli in maniera semplice nelle istituzioni. Sapevo benissimo che era stato nominato presidente del Consiglio perché quel posto spettava al Pdci: era una nomina politica e non referenziale. E l'unico modo per onorare questo impegno era dimettersi. Non essendoci altro mezzo per il Consiglio regionale". Bonaduce si dimise e andò con il Prc. Tippolotti se ne è andato dal Prc al gruppo Misto ma si tiene stretta la sua presidenza: pur sapendo che è una nomina politica e non sua. Aspetta che lo decida la maggioranza, ma sa che senza dimissioni non c'è nessuna discussione in aula. E' il regolamento che lo vieta. Un regolamento che da presidente conosce bene. Ma continuiamo il racconto. "Pur avendo deciso di dimettermi non avevo deciso quando: comunque era questione di un mese al massimo, per problemi potremmo dire logistici che di natura politica. In quel breve lasso di tempo di attesa subii molte pressioni da parte dei Ds e della Margherita: volevano dare stabilità e nominare un presidente loro. Avevano ragione e io mi dimisi". La storia di Bonaduce rappresenta un precedente politico chiaro: che gli ex diessini e gli ex Margherita, devono tenere in conto. Come lo fecero con Bonaduce. bnc Condividi