tartufo_1.jpg
Cresce all’estero l’interesse per il tartufo bianco made in Gubbio, dopo che il Wall Street Journal del 9 novembre, con un articolo in prima pagina, ha definito quello eugubino il secondo mercato italiano, secondo solo all’imbattibile Alba. Gabriel Kahn, giornalista del principale quotidiano finanziario statunitense, ha girato l’Italia del tartufo, toccando le principali piazze nazionali, per stabilire, alla fine, che il vice Re è il Bianco di Gubbio. “Straordinaria classifica - afferma Catia Mariani, presidente della Comunità montana dell’Alto Chiascio - conquistata solo dopo 26 edizioni della Mostra mercato del tartufo di Gubbio, mentre la più nota Alba ha raggiunto ormai la settantasettesima fiera”. Successo che conosce bene il produttore eugubino Emanuele Musini, intervistato dal WSJ a Roma, durante la serata promozionale al Black Hotel, organizzata dalla Comunità montana dell’Alto Chiascio. “Le visite al nostro sito internet – spiega - sono notevolmente aumentate da tutto il mondo, dopo l’uscita del pezzo sul quotidiano statunitense ”. Il Wall Street Journal, 2.062.312 copie tirate nel 2006, riconosce alle istituzioni della “medieval town of Gubbio”, protagonista di buona parte dell’articolo, lo sforzo di aver cercato di sviluppare il turismo legato al tartufo e di aver messo in campo strategie per promuovere, come il marchio del “Tartufo di Gubbio”, e tutelare – con la mappatura delle aree maggiormente vocate - il “tuber magnatum pico”, che Khan paragona al caviale Beluga. Nel pezzo, c’è anche l’intervista all’agronomo della Comunità montana dell’Alto Chiascio Ermanno Rosi, per sostenere la tesi che a Gubbio è presente una maggiore quantità di tartufo rispetto al territorio piemontese, ma che parte di questa raggiunge il mercato di Alba. Dall’articolo di Kahn emerge, infatti, come i pregiati funghi della Liguria vengano portati in Piemonte e commercializzati come “tartufi bianchi d’Alba”, privando la regione produttrice della celebrità e della conseguente fortuna economica. A corredo dell’articolo del WSJ, è stata pubblicata anche una cartina geografica per rendere comprensibile la posizione di Gubbio e del centro piemontese. “La presenza del nostro tartufo bianco sul prestigioso quotidiano economico Usa non può che renderci soddisfatti del lavoro di promozione svolto” ha detto la presidente della Comunità montana Catia Mariani. “Varcare i confini nazionali, suscitando interesse intorno al nostro territorio e alle sue ricchezze e specificità, era quello a cui puntavamo e ci siamo riusciti”. Nelle scorse settimane, tra l’altro, l’Alto Chiascio è stato sede, con l’Alto Tevere, di un “educational” sulla “Strada del tartufo dell’appennino centrale” destinato a giornalisti del settore enogastronomico, come ad esempio Alfredo Pelle della guida dei ristoranti de L’Espresso. L’iniziativa è stata organizzata dal Patto territoriale dell’Appennino centrale, con la collaborazione degli enti montani. Gli ospiti, presenti per due giorni a Gubbio, hanno visitato la città e le sue bellezze, e assaggiato i prodotti tipici locali in due ristoranti cittadini. “Nel corso dell’educational – spiega Catia Mariani – i giornalisti hanno chiesto maggiori approfondimenti sulla mappatura delle aree maggiormente vocate alla produzione di tartufo nel comprensorio, realizzata dalla nostra Comunità montana, a conferma della necessità di tutelare, attraverso gli stessi Piani regolatori comunali, le zone in cui si produce quello che ormai rappresenta uno dei principali motori economici del territorio”. Condividi