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“Giovedì scorso i due regolamenti del Governo che danno attuazione ai tagli sulla rete scolastica e sull’organico delle scuole materne, elementari e medie sono stati discussi in Conferenza Unificata (fra Stato, Regioni ed Enti Locali). “La parte del regolamento che sono riuscite a bloccare, e a riportare alla discussione per una intesa è la riorganizzazione dei punti-scuola: la proposta era molto rigida e avrebbe comportato la chiusura in Umbria di una ottantina di piccole scuole elementari, e altrettante materne. Su questo faremo sentire le nostre ragioni e quelle dei nostri territori”. PERUGIA - “Sulla riorganizzazione della rete scolastica la Regione Umbria fa e farà valere le proprie ragioni e quelle dei suoi territori”. È quanto afferma l’assessore regionale all’Istruzione Maria Prodi. “Giovedì scorso – riferisce - i due regolamenti emessi dal Governo il 18 dicembre, che danno attuazione ai tagli sulla rete scolastica e sull’organico delle scuole materne, elementari e medie sono stati discussi in Conferenza Unificata (fra Stato, Regioni ed Enti Locali. Le Regioni hanno dato, a maggioranza, un parere negativo sul secondo, che arrecherà forti diminuzioni di organici e un impoverimento delle capacità organizzativo-didattiche delle scuole, anche nelle classi già in corso e che quindi non dovevano essere toccate dalla riforma del maestro unico”. “Sul primo regolamento – sottolinea l’assessore - le Regioni sono riuscite a far togliere dal provvedimento i parametri che il Governo aveva fissato per la chiusura delle piccole scuole, riportando la questione ad una intesa da costruire fra Stato e Regioni. Rimane il forte rischio che, comunque, le risorse sottratte alla scuola con la legge 133 finiscano per ricadere, in un modo o in un altro, sulla scuola umbra, nonostante l’impegno della Regione nell’ammortizzare e mitigare i danni”. “La parte del regolamento che le Regioni sono riuscite la settimana scorsa a bloccare, e a riportare alla discussione per una intesa – prosegue - è la riorganizzazione dei punti-scuola: la proposta del Governo era molto rigida e avrebbe comportato la chiusura in Umbria (una vera e propria chiusura fisica delle sedi) di una ottantina di piccole scuole elementari, e altrettante materne. Su questo punto ci sarà una discussione e faremo sentire le nostre ragioni e quelle dei nostri territori”. “Restano tutti gli obblighi – rileva l’assessore regionale all’Istruzione - previsti dalla legge sul dimensionamento. A questo proposito, si sono sentite molte inesattezze. Un esempio: la scuola di Ponte San Giovanni (Perugia), che sarebbe “ingolfata” da 1300 alunni con conseguenti timori di ingorghi e traffico, mentre l’unico a doversi spostare un poco di più sarà il dirigente che solo per un anno, fino al completamento della risistemazione dei Circoli di scuola primaria di Perugia, i quali necessitano di una riorganizzazione da definire nel prossimo anno, avrà qualche plesso in più da dirigere. I bambini e le classi, invece, resteranno esattamente dove sono”. “Il dimensionamento – sottolinea l’assessore Prodi - è in vigore, con prassi meno rigide, da molti anni e non va confuso con la riorganizzazione dei punti di erogazione del servizio introdotta dal ministro Gelmini. Non si è voluto chiarire che il dimensionamento riguarda solo il rapporto dirigenti/alunni, e che il Governo consegna comunque alle Regioni il parametro fra i 500 e i 900 alunni, da attuare solo con le deroghe relative ai Comuni di montagna e le piccole isole. È falso che su questo punto ci sia stato un ammorbidimento: anche nell’ultima versione del regolamento del Governo si ribadisce la vigenza di queste norme. La falsa aspettativa è stata fatta circolare per attribuire alla Regione ciò che invece è il Governo a imporre”. “I passaggi che ancora mancano per rientrare nei parametri – conclude - saranno concertati nei prossimi mesi, tenendo conto soprattutto della imminente riforma delle scuole superiori che si profila molto critica a causa dell’assorbimento nell’istruzione tecnica di molti indirizzi dei Professionali, secondo le anticipazioni presentate dal Governo”. Condividi