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Giornata importante quella di oggi per i 60 dipendenti, in maggior parte giovani donne apprendiste, del magazzino della Limoni di Ponte San Giovanni. Alle 15.30 negli uffici dell'assessorato allo Sviluppo economico della Regione si terrà un tavolo istituzionale. Presenti alcuni rappresentanti delle istituzioni locali, dei sindacati e dei vertici della Cosmologic. L'ipotesi prevalente è che si vada verso la cassa integrazione in deroga. Intanto il circolo di Ponte San Giovanni del Prc interviene sulla vicenda con questa nota che pubblichiamo di seguito. "Negli ultimi giorni abbiamo assistito all’ennesimo sopruso operato da parte di una multinazionale nei confronti dei propri lavoratori. Il caso del Magazzino Limoni di Ponte San Giovanni è emblematico rispetto all’atteggiamento dei grandi gruppi multinazionali per quanto riguarda i territori sui quali decidono di insediarsi per portare avanti i loro interessi economici. L’azienda che gestisce il Gruppo Limoni, catena distributiva di prodotti cosmetici famosa e diffusa su tutto il territorio nazionale ha, come è noto, deciso di chiudere i battenti del magazzino situato nella zona industriale di Ponte San Giovanni, adducendo che la situazione economica in cui versa l’azienda non è delle più rosee, il risultato è che decine di lavoratori interni e altri numerosi che facevano parte dell’indotto creato, si ritroveranno a breve in mezzo ad una strada. L’abuso dei contratti flessibili come l’apprendistato o altre tipologie aggravano la situazione in quanto di fronte a queste situazioni le aziende non hanno spese da sostenere per quanto riguarda le garanzie minime ai dipendenti, però in compenso con l’utilizzo di queste tipologie contrattuali l’azienda gode di sgravi e contributi da parte dello stato. Queste multinazionali stanno ad oggi violentando dal punto di vista del lavoro il nostro territorio, aprendo stabilimente negozi e quant’altro per poi chiudere dopo pochi anni o dopo addirittura mesi, capitalizzando gli utili e socializzando le perdite sulle spalle dei propri dipendenti. Le istituzioni locali, fatta eccezione per alcune individualità, sono praticamente mute e immobili di fronte a tutto questo, cosa che va contro il principio fondamentale per il quale queste istituzioni esistono, la tutela dei diritti del cittadino contribuente e lavoratore. E’ dunque opportuno che le istituzioni pongano dei vincoli a queste multinazionali. Vincoli finalizzati alla tutela del territorio e dei lavoratori. Queste situazioni non fanno altro che aumentare le situazioni di precariato diffusissimo ormai in tutto il territorio nazionale e soprattutto in quello Umbro. C’è chi dice che la flessibilità non è il peggiore dei mali, forse perchè certe situazioni non lo toccano da vicino. Vorremmo ricordare che non esiste precariato buono, e che le tipologie di contratto tanto utilizzate da aziende e società non sono altro che il miglior modo per liquidare i lavoratori senza assumersi responsabilità di quello che poi sarà il futuro di essi. Ciò che accade presso il magazzino Limoni è illuminante, quei lavoratori che hanno contratti di apprendistato o comunque che rientrano nella tanto famigerata flessibilità, oggi si ritrovano con una prospettiva futura non proprio felice, senza lavoro, senza nessun tipo di aiuto e senza nemmeno una cassa integrazione. Il sindaco Locchi, la Giunta e il Consiglio Comunale, e tutti coloro che vogliono e che rappresenteranno la città dovranno da domani impegnarsi affinchè ciò non accada più, cominciando con l’impedire che il magazzino Limoni di Ponte San Giovanni chiuda". Il Circolo Prc di Ponte San Giovanni Condividi