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L’ufficializzazione della candidatura Boccali, da parte del PD perugino, ha aperto una fase nuova e impone a tutte le forze che, nell’ambito del centro sinistra, chiedono una svolta nelle politiche per la città, di mettersi insieme e concordare un programma e una candidatura alternativi. Il Partito Democratico non va oltre il binomio continuità-rinnovamento. Nella realtà perugina è presente un ampio arco di forze che chiede, invece, una netta discontinuità; si tratta di partiti o spezzoni di essi, comitati e associazioni, singole personalità, alcuni dei quali protagonisti di significativi movimenti sui temi della lotta alla cementificazione, per la ripresa del centro storico e per un nuovo modello di sviluppo della città. E’ un “blocco”, potenzialmente, molto forte e con una teorica ottima capacità di incidenza. Il rischio evidente è che questo arcipelago e le istanze che esprime finiscano, alla fine, col non contare nulla nelle scelte, nella politica e negli assetti futuri della amministrazione della città. Questo accadrà, inevitabilmente, nell’ipotesi, al momento purtroppo prevalente, che ciascuna di queste forze proceda per conto proprio rinunciando, come sarebbe logico, a fare “massa critica”, anteponendo logiche e ambizioni particolari, diffidenze o rivalità reciproche all’esigenza di affermare contenuti innovativi nell’interesse della città. Sinistra Democratica è stato il primo movimento politico ad avanzare, con chiarezza, le sue proposte programmatiche. Esse configurano la svolta di cui c’è bisogno: dismettere, sul terreno del rapporto con i cittadini, ogni atteggiamento chiuso e arrogante e riprendere una pratica di dialogo, e di ascolto; rivedere scelte fallimentari e criticatissime della amministrazione uscente come il PUM, l’ìnstallazione dei Tred, il progetto del S. Giuliana e altri nell’occhio del ciclone; avviare una politica urbanistica che arresti la cementificazione delle periferie e la corrispondente desertificazione del centro storico e che affronti i problemi della sicurezza, in via prioritaria, attraverso il recupero delle aree abbandonate e degradate e la socializzazione di quelle troppo congestionate; bloccare per cinque anni i grandi ipermercati e lavorare per emancipare l’economia della città dal suo carattere scarsamente innovativo, prevalentemente legato com’è alla distribuzione e all’industria delle costruzioni. Trasparenza ed etica amministrativa dovranno poggiare non sulla scrittura di buone intenzioni, ma su un complesso di regole e procedure che bandiscano le pratiche della trattativa privata, dell’affidamento diretto, del proget financyng, della ricerca diretta di partners privati per le imprese pubbliche e siano capaci di inaugurare una stagione nuova nei rapporti con l’imprenditoria. Il programma che il Pd propone alla coalizione è del tutto elusivo e deludente, inaccettabile da chi avanza il punto di vista di cambiare le cose nel senso sopra indicato. La candidatura Boccali è la coerente e logica conseguenza di questa impostazione del suo partito, nella veste di ex assessore all’urbanistica, prosecutore di una esperienza amministrativa che, nella sostanza, si rivendica in toto. La sfida col PD va accettata sia nei suoi termini programmatici che in quelli di una candidatura alternativa. Si può decidere se giocare la partita “dentro” o “fuori”. Se, come è preferibile, si scelgono i confini della coalizione, occorre fare delle “primarie” una competizione vera: la continuità e i suoi limiti evidenti, contro l’innovazione e una nuova idea di Perugia. Sinistra Democratica propone a PRC, Idv, verdi, socialisti, Comitati e associazioni di vedersi e concordare una azione comune per dare agli elettori perugini un’altra opzione, più avanzata, meno continuista e quindi più forte nel confronto con la destra. Condividi