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La scissione di Vendola si colloca "del tutto dentro il filone occhettiano", mentre Rifondazione comunista ha sempre inteso costruire "un'uscita da sinistra dalla crisi del comunismo e ha combattuto l'occhettismo". Lo dice il segretario del Prc, Paolo Ferrero, in una intervista al nuovo direttore di Liberazione, Dino Greco. Secondo Ferrero gli scissionisti vendoliani si collocano su un terreno di subalternità al moderatismo del Pd, anziché su quello della costruzione democratica di una nuova "utilità sociale della sinistra". Ferrero rimprovera a Vendola "la totale incomprensione delle ragioni della sconfitta elettorale della Sinistra Arcobaleno" e "l'abbandono di qualsiasi riferimento al comunismo". Oltre "all'incapacità di fare i conti fino in fondo con la democrazia e, quindi, di accettare la possibilità di essere minoranza" nel partito. In prospettiva Rifondazione comunista intende costruire "un'efficace opposizione di sinistra" pienamente autonoma dal Pd, poiché il partito di Veltroni, "bene che vada, è incapace di assumere una posizione efficace, mentre nella peggiore delle ipotesi è dannoso". Ferrero propone la "costruzione unitaria di un movimento di massa contro il governo e la Confindustria" e in questa direzione cerca una "relazione positiva" con la Cgil e il sindacalismo di base e sul fronte politico rilancia "il coordinamento di tutte le forze di sinistra". Condividi