inca.jpg
PERUGI - Anche i datori di lavoro stranieri che non hanno i requisiti per la carta di soggiorno possono usufruire delle nuove quote di assunzione (150mila unità) inserite nel decreto flussi 2008. Lo ha stabilito il Tar del Lazio accogliendo il ricorso presentato dall'Inca, il patronato della Cgil, in collaborazione con l’associazione Progetto diritti, che sospende parte del decreto emanato dal Governo Berlusconi. Per il Tar del Lazio il decreto, introducendo il requisito della Carta di soggiorno, è in contrasto con il Dlgs 286 del 1998 che si limita a fare riferimento allo straniero “regolarmente soggiornante”. Inoltre il Tar ha ravvisato nella norma “l’inserimento di finalità estranee ai compiti assegnati al decreto flussi”. “Lo scopo del Governo era quello di escludere più datori di lavoro stranieri possibile dal decreto flussi, ma, grazie all'intervento dell'Inca, questo intento è stato svelato e bloccato – commenta Rossano Rubicondi, coordinatore del servizio immigrati Cgil Perugia – resta il fatto che ogni volta che questo Governo mette mano al tema immigrazione compie atti chiaramente discriminatori”. “Dal punto di vista del servizio ci auguriamo che a questo punto vengano prese in considerazione tutte le domande - aggiunge Alessia Giuliacci, operatrice Inca Umbria e membro del coordinamento nazionale del patronato - indipendentemente da chi le ha presentate (italiani, stranieri, con permesso o carta di soggiorno), ma basandosi semplicemente sulla graduatoria che si è formata nel 2007”. Condividi