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di Daniele Bovi “La coalizione non c’è: per farla esistere sono imprescindibili per noi alcuni punti che dimostrino, subito, come il programma non sia un paravento per accontentare gli alleati, pronto ad essere cestinato il giorno dopo del voto”. Questo, in sostanza, è il succo della conferenza stampa tenuta questa mattina dai circoli di Perugia del Prc, guidati dal coordinatore Luciano Della Vecchia. Nella sala ex giunta del Comune sono risuonati tutti i concetti che il Prc va ripetendo da mesi. Il percorso che ha portato alla candidatura di Wladimiro Boccali (appoggiato dal Pd e candidato ancora prima dal Pdci) è partito alla rovescia: prima si è individuato il candidato, e solo ora si sta parlando di programmi. Un’inversione di priorità che lo stato maggiore e i circoli del Prc non digeriscono: “Alle primarie prima del programma – dice Della Vecchia – avevamo già detto di no a dicembre, abbandonando il tavolo della coalizione. Ora, dopo il nostro pressing, è stato avviato il tavolo programmatico”. Un tavolo che Della Vecchia sente come leggerino, più truciolato che noce: “Avvertiamo – ha proseguito Della Vecchia - una certa leggerezza, una debolezza sostanziale sul progetto di città: per il Pd il punto rimangono sempre le primarie. Noi invece vogliamo prima un programma condiviso, il progetto politico per la città, poi si va alla selezione del miglior candidato. Le primarie sembrano sempre di più uno strumento per risolvere i problemi interni del Pd: noi però non porteremo voti stando zitti. Per la vittoria – ribadisce - è determinante un programma fortemente innovativo. Se c’è un programma di svolta e discontinuità ci sarà anche la coalizione”. Insomma, la strategia di Della Vecchia è vedere soldi (programmi e idee fresche), dare cammello (voti). I punti programmatici su cui si concentra il coordinatore, e sui quali vorrebbe che si avviasse una discussione (già iniziata con Idv, Ps e Sd, grande assente il Pd) sono chiari: “La priorità dell’agenda deve essere l’uscita dalla gravissima crisi economica gravissima che sta colpendo anche Perugia. Rottura del ciclo del mattone, che è morto e non produce più ricchezza. Chi la produrrà i prossimi anni? Questo è il tema: bisogna agevolare le imprese innovative che portano lavoro in città. Ad esempio, i rifiuti sono una risorsa, un nuovo filone dell’economia reale, le energie rinnovabili: non mi sembra che siano state fatte politiche in questo senso. Poi serve una politica di sostegno del reddito, vanno aumentati i servizi gratuiti alla persona: serve una riforma incisiva del welfare municipale. Nel prossimo bilancio bisognerebbe alzare la fascia d’esenzione Irpef accompagnandola ad una rimodulazione delle tariffe. Il bonus elettricità è positivo ma non è sufficiente”. Il Prc vorrebbe dei segnali immediati, segni di buona volontà che dimostrino come il programma non sia un paravento. Esempi? “Lo smantellamento dei T-Red, che hanno rovinato il rapporto con i cittadini. Stop immediato alla politica dei centri commerciali con un sostegno alla ottima attività svolta dall’assessore Liberati per rilanciare i mercati rionali. Blocco del processo di privatizzazione del patrimonio pubblico, a partire dall’acqua. Tutte cose – conclude Della Vecchia – che si possono fare immediatamente. Basta la buona volontà”. Un’ultima precisazione Della Vecchia la dedica al tema della questione morale: “Per noi questione morale non significa processare la giunta, peraltro estranea ad inchieste, ma autonomia della politica dai poteri forti. Vuol dire uno stile di vita che imponga di non andare a pranzo o a cena con i potentati protagonisti il giorno dopo di bandi comunali”. Non poteva mancare, infine, una replica a Maria Rita Manfroni, dimessasi dal gruppo consiliare del Prc: “Mi sto per laureare – dice Della Vecchia -, e lo farò con una tesi sul mandato elettivo (ieri la Manfroni aveva apostrofato Della Vecchia come un ‘quarantunenne plurifuroicorso’, ndr). Fuori dalle battute, sono rammaricato, non vedo motivazioni politiche locali alla base di questa scelta. A me sembra la classica scissione fatta dai livelli istituzionali, al cui fianco però non ci sono gli iscritti”. Condividi